Awaken «Awaken» [2013]

Awaken «Awaken» | MetalWave.it Recensioni

Autore:
V-Rhyme »

Recensione Pubblicata il:
08.07.2013

Band:
Awaken

Titolo:
Awaken

Nazione:
U.s.a.

Formazione:
Glenn DaGrossa - Lead Vocals
Joe Todaro - Guitar
Scott Bennett - Guitar
Freddy Villano - Bass
Nick D'Alessandro - Drums

Genere:
Prog-Power Metal

Durata:
56' 13"

Formato:
CD

Data di Uscita:
01.03.2013

Etichetta:
Mausoleum Records

Distribuzione:
---

Agenzia di Promozione:
Rock N Growl

Recensione

Gli Awaken nascono nel 2009 per volere del cantante e chitarrista dei defunti Lazarus Glenn DaGrossa. Il gruppo, proveniente da New York, nasce con l’intento di riprodurre un progressive rock dai toni non tanto stravaganti ma che rientrano nei canoni standard del genere; nel loro caso un po’ troppo standard. Dando un ascolto al lavoro omonimo, “Awaken” (rilasciato nel 2013) si evincono delle sonorità improntante verso un classico hard ‘n’ heavy (progressivo fino ad un certo punto) con qualche influenza power, soprattutto nei cori, distribuiti più o meno omogeneamente su tutti i pezzi dell’album. Tali cori, come anche i vocalizzi solistici e qualche sezione ritmica ricorda vagamente ciò che fecero i Dream Theater nel leggendario “Metropolis Pt.II”, se si escludono tutti gli odd times ed i vari tecnicismi onnipresenti. “Awaken” sicuramente non spicca affatto per originalità (né tantomeno come songwriting, a dirla tutta) in quanto risulta piuttosto noioso al primo ascolto, ma già dal secondo qualche cosa in più viene a galla, come qualche riff che, pur essendo piuttosto scontato o prevedibile, risulta abbastanza interessante e piacevole da ascoltare. L’album si apre con una strumentale “March Of Aachen” un pezzo piuttosto ispirato e malinconico (almeno nell’arpeggio iniziale) sviluppando poi un’atmosfera hard abbastanza cadenzata e degna di nota. Il brano sembra essere uno dei pochi piacevoli dell’album, insieme alla title-track “Awaken” e al brano “Mourning Heroes” che presentano una serie di riff piuttosto movimentati e sicuramente più ispirati rispetto agli altri brani, oltre che in termini di songwriting anche a livello strutturale e di progressione ritmica. Un album tutto sommato mediocre quello degli Awakan, che ha tentato di cavalcare l’onda sempre più prolifica del progressive metal ma che non ci è riuscito granché. 3 su 10 i pezzi che hanno colpito il “target” (che comunque non si tratta di vero e proprio progressive ma di un hard ‘n heavy strutturato in maniera diversa dal solito, come detto in precedenza) mentre il resto appare abbastanza noioso e ripetitivo, senza mezzi termini.