Woslom «Time to Rise» [2010]
Recensione
Di fronte all’ascolto di questo disco di debutto dei brasiliani Woslom del 2010, occorre fare una precisazione: come si fa a suonare personali in un determinato genere musicale, e cos’è la personalità? Rispondo con un esempio: è possibile fare un discorso che non sia stato già fatto da qualcun altro in passato? No. Eppure, è possibile prendere un concetto e farlo proprio, esprimerlo talmente tanto a parole proprie (o con idee e soluzioni stilistiche proprie, nel caso della musica) che alla fine ciò che esce dalla tua bocca è comprensibilmente farina del tuo sacco e detto da te il discorso diventa credibile.
Come mai questa introduzione? Perché purtroppo questo è il caso di “Time to rise” dei Woslom. Un album bello, fatto bene, ben strutturato, ben composto, e che per i primi due brani riesce a convincere in maniera incredibile. Dopodiché il combo brasiliano cala la maschera e continua a fare degli ottimi brani, che però si rifanno troppo ai Metallica. Basta ascoltare gli 8 minuti e passa di “Power and misery”, e tra gli altri si fanno notare in questo senso anche “Checkmate”, dove al ritornello tra un po’ ti viene da cantare “Battery!”, e con voci e metriche decisamente uguali a quelle dei Metallica, insieme a “Despise your pain”. Ora, ce ne sarebbe abbastanza per tagliare corto con la recensione e dagli una sufficienza politica, ma vanno dette due cose: primo, I Woslom hanno comunque dalla loro 4 ottimi brani più personali, che sono i primi due d’apertura, insieme a “Downfall”, più spezzettata e dispari per quanto riguarda i tempi di batteria, e a “Mortal effect” che semplicemente consiste in una bomba speed con molto dei Testament nelle chitarre, e tra l’altro con un lavoro alla chitarra davvero notevole, mentre nelle prime prime due canzoni il cantante non imita Hetfield e fa qualcosa di proprio, tra l’altro con ottimi risultati. L’altra cosa che va detta è che per quanto il resto di questo disco sia spudoratamente ispirato ai Metallica, non è comunque una copia povera, ovvero senz’arte né parte. Sembra paradossale, ma la capacità tecnica mostrata e il numero di idee portate, anche se davvero orientato allo stile dei Metallica, riescono a sopperire almeno in parte a questo difetto. In altre parole, si copia ma con classe e buon gusto.
Nonostante i pregi, tuttavia, l’album pur se buono sa in parte di “potenziale sprecato”, come se la band pur sapendo ben camminare da sola, non sappia ancora scrivere musica personale. Un difetto incredibile, lo so, ma vero. Che non minaccia l’integrità dell’album e la riuscita generale, ma che comunque lo declassa da “fenomeno dell’underground” a “disco per i fan dei Metallica”. In parole povere, si tratta pur sempre di una band che copia i Metallica. Una copia notevole, con stile e buon gusto, ma pur sempre una copia. Diamo ai Woslom una sufficienza che premia i pregi, ma dal prossimo album pretendiamo originalità e più farina del proprio sacco.
Track by Track
- Time to rise 85
- Soulless (S.O.T.D.) 85
- Power & misery 60
- The deep null 60
- Mortal Effect 85
- Despise your pain 55
- Downfall 85
- Checkmate 55
- Beyond Inferno 60
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 85
- Qualità Artwork: 75
- Originalità: 20
- Tecnica: 85
Giudizio Finale
68Recensione di Snarl pubblicata il 19.07.2013. Articolo letto 1817 volte.
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