Avernum Whispers «Beyond the River of Laments» [2013]
Recensione
Onestamente: c’erano tutti I presupposti per pensare che questo cd di debutto di Avernum Whispers uscito per la Warhell Records (9 tracks x 40min 22sec), one man band catanese di Fabian War che propone epic black doom metal, fosse la solita schifezza! Suoni approssimativi, minimalismo sonoro e musicale, una copertina bella ma già vista in giro, una chitarra non sempre accordata e dalla solista a volte un po’ cantilenante, un cantato pulito non sempre all’altezza, e un aggettivo della proposta musicale, ovvero “Epic”, proposto da molti in Italia, ma raramente riuscito e molto più spesso allegramente toppato. E invece no: “Beyond the rivers of lament” funziona, e anche bene!
Il punto di quest’album è che sì, è vero: “Beyond the rivers of lament” sarà magari non perfetto da un mero punto di vista della realizzazione formale, ma invero le composizioni funzionano. Sono grezze e minimaliste, ma ben congegnate e strutturate, curate nei dettagli, e dall’animo e atmosfera davvero intensi. Per accorgersene basta partire dall’opener “Prometheus” (intro escluso) per rendersene conto, dove uno stile che si rifà al black metal greco (primi Necromantia soprattutto) si scorge facilmente. Altrove è, effettivamente e nonostante il mio suddetto scettiscismo, proprio il tocco epico che ammanta canzoni come “Horrible eye of metis” e la successiva “Dreaming through the shadows” quest’ultima che definirei caratterizzata da atmosfere quasi bibliche. E proseguendo l’ascolto del disco, Fabian War riesce anche a modulare le atmosfere, proponendo una title track più macabra e più tipicamente metal, e una “Sad wife of the horned god” talmente romantica e drammatica da far virare il brano perfino su lidi gothic. Insomma: un songwriting rigido e molto monodirezionale, ma con poche modifiche che tuttavia sono sufficienti per differenziare i brani a livello di influenze, e con i brani lavorati e riproposti in maniera credibile.
Un disco quindi da avere? Non a tutti i costi. Diciamo che bello lo è senz’altro, ma nonostante la buona qualità compositiva, “Beyond...” rimane un po’ di nicchia. Come abbiamo detto, le canzoni sono buone e apprezzabili, e se siete abituati ai cori in stile vichingo, che rendono anche se l’intonazione non è ottimale, passerete sopra a molti dei difetti di realizzazione del disco tranquillamente, senza darci troppo peso. Molti, non tutti però. Alla fine dell’ascolto infatti rimane un cruccio per l’aver sentito un disco bello ma comunque oggettivamente migliorabile, che relega questo prodotto da gemma dell’underground a disco per soli ascoltatori abituati alle produzioni molto in stile underground. Ok che si tratta di un disco di debutto, ma ciò non toglie che una certa maggiore cura in fase di registrazione sia richiesta, anche in quanto a soluzioni stilistiche, che qui mi sembrano troppo ripetute. Al momento gli Avernum Whispers rappresentano una summa di buoni spunti e propositi, che mi stanno bene, a patto però che vengano trasposti in realtà con la prossima release. Nel frattempo, raccomando l’acquisto del disco a chiunque sia interessato alla definizione musicale suddetta, andandoci comprensivi sulla qualità sonora. Nel caso le release underground non facciano per voi, togliete 5 o 10 punti al voto finale.
Track by Track
- Into the chaos of hell 65
- Prometheus (Thief of the divine fire) 70
- Horrible eye of metis 75
- Dreaming through the shadows 70
- The eternal suffering 65
- Beyond the river of laments 75
- Sad wife of the horned god 75
- My black rain on the land of Thanatos 65
- Great blessing of damnation 65
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 55
- Qualità Artwork: 65
- Originalità: 75
- Tecnica: 75
Giudizio Finale
70Recensione di Snarl pubblicata il 13.08.2013. Articolo letto 760 volte.
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