Recensione

Secondo disco su lunghe distanze per gli Eibon La Furies. Se dovessi definire con un aggettivo la musica dei nostri opterei per “gentile” poiché la loro tendenza a suonare Black Metal è grande ma mai quanto basta per considerare “The Immoral Compass” un disco violento, cosa che infatti non si verifica.
L’album è invece costituito da molta sperimentazione, stile talmente personale che è ben dura classificare con un linguaggio giornalistico cosa contengono questi 54 minuti, mi concentrerei invece sulle atmosfere, rifinite in modo maniacale e “addomesticate” da pesantissime influenze Dark Rock che accolgono pad, synth e via discorrendo sebbene siano sempre le chitarre –sporche nella loro produzione- a fare da padrone indiscusse assieme ad un acceso drumming che non si lascia certo sfuggire l’occasione di ricordarci che la terra sulla quale camminiamo resta sempre e comunque Metal estremo.
La particolarità di tale disco si evince fin da ‘Immoral Compass to the World’ che apre con molto garbo il lotto permettendoci di addentrarci anche in sentieri di “Dark HeavyRock” con una muro di suono lasciato prevalentemente alle chitarre ribassate di accordatura e momenti groovy a “passo d’elefante” come in ‘The End of Everything’, insomma è un susseguirsi di concetti strani e spiazzanti anche piuttosto originali.
Non si percepisce quell’alone di morte e negatività, proprio del Black Metal, qui invece si respira un’aria paradossalmente leggiadra e teatrale che ci tiene compagnia per un’ora. Sicuramente un disco da tenere in stretta considerazione.

News

• Spiacenti! Non sono disponibili altre notizie correlate.

Recensioni

• Spiacenti! Non sono disponibili Recensioni correlate.

Interviste

• Spiacenti! Non sono disponibili Interviste correlate.

Live Reports

• Spiacenti! Non sono disponibili Live Reports correlati.

Concerti

• Spiacenti! Non sono disponibili concerti correlati.