Recensione

Un gradito ritorno inaugurato con il nuovo ‘Planet Mustaria’ segna un fatto molto importante in casa Angrenost: la band portoghese si formò nel 1995 e nel ’98 pubblicò l’EP ‘Evil’ per poi sciogliersi l’anno successivo con lo split del mastermind Pursan. Il silenzio durato molto tempo è stato rotto dallo stesso Pursan dodici anni dopo con la sua decisione di riformare la band con al suo seguito due elementi nuovi. Il risultato di questa riattivazione è appunto ‘Planet Muscaria’, un album Black Metal pregno e carico fino all’inverosimile di influenze su influenze.
Non sono d’accordo sul descriverlo come un ‘Black Metal puro e crudo” poiché così proprio non stanno le cose: tolta l’intro iniziale iniziamo ad avvertire da ‘INTraVeNUS’ estetismi più complessi di quanto possiamo pensare. Fermo restando che di musica estrema si tratti, ecco apparire una venatura Industrial, un’altra di musica elettronica, un’altra ancora di Ambient (‘ScOrpIOSaUrUS’) e le composizioni di certo sono frutto di un soungwriting davvero ineccepibile motivo per cui la loro durata non scende quasi mai sotto i 9 minuti ciascuna in media.
Non è certo un disco molto semplice come impatto se non si possiede una visione della musica estrema molto ampia e va dato il merito ai Nostri di aver costruito qualcosa veramente degno di nota e di non essersi cimentati con della musica trita e ritrita fino allo stremo delle forze, elemento che speravo davvero non fosse avvenuto.
Questi dodici anni quindi sembra abbiano davvero giovato a Pursan, autore anche dei testi e del concept che tratta di droga e di emblematiche questioni derivanti dalla stessa quindi concetti come ‘oscurità’, ‘morte’, ‘autodistruzione’ etc. sono all’ordine del giorno e la sensazione che i brani fanno suscitare è ad hoc.
Un disco che splende pur essendo massimamente oscuro. Bentornati!

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