ArtemiXia Cor «As God Intended» [2013]

Artemixia Cor «As God Intended» | MetalWave.it Recensioni Autore:
LR »

 

Recensione Pubblicata il:
05.09.2013

 

Visualizzazioni:
1041

 

Band:
ArtemiXia Cor
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Titolo:
As God Intended

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Antony Mannone: voce, chitarra ritmica
Giuseppe Di Giorgi: chitarra solista e ritmica
Valerio Di Giorgi: batteria, percussioni

 

Genere:
Post Grunge

 

Durata:
35' 0"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
08.04.2013

 

Etichetta:
Areasonica Records
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Il post grunge è un genere che abbraccia più sotto-generi, fatto che può rappresentare un punto debole, in quanto non c’è una direzione chiara da percorrere, ma che potrebbe anche trasformarsi in un aspetto positivo che lascia spazio alla creatività, senza dover tenere conto di dogmi precisi. Tra le band più pure e dure, ovvero quelle che si rifanno al grunge degli anni ’90, troviamo gli Artemixia Cor, nati nel 2012 in un paesino della Sicilia, dall’unione del carisma di Giuseppe Di Giorgi e del fratello Valerio con Antony Mannone, che, sempre nello stesso anno, pubblicano la loro prima opera “As God Intended”. Il loro background fonda le radici nel metal e nel rock anni ’70, ma ad un ascolto ben preciso si notano solo influenze grunge: Soundgarden (“Badmotorfinger”) su tutti, soprattutto perché rappresentano il giusto collante tra l’esperienza metal e il futuro rock/metal. Ovviamente la loro musica è più spinta, dura, sporca e cupa, ma è corredata da un sound moderno che mette in evidenzia la batteria e le chitarre con volumi altissimi ed è qui che il trio ci riserva le maggiori soddisfazioni (“This Song For You”, “Cores” e “A Chip On My Shoulder”). Quando però i tre siciliani vogliono abbassare il ritmo e ammorbidire il sound, a volte con ritornelli melodici o addirittura con ballad-grunge, si cade di più nello scontato (“Riding This Waves” che è il singolo di riferimento, The Veteran’s Deathbed” e “The End Of Line”). Menzione a parte per “Make a Wish” che scade nell’alternative rock degli anni ’90 ed è comunque piacevole, perché spezza la monotonia di fondo. A mio avviso i tre siculi devono ancora fare tanta strada, perché nonostante il genere lo sappiano manipolare, le canzoni sono abbastanza monotone, così come la voce di Mannone, che non riesce proprio a coinvolgere, e di conseguenza questo album può finire nel dimenticatoio. Non lo sconsiglio appieno, anche se lo ritengo più adatto solo ai fan incalliti del post-grunge.

Track by Track
  1. This God For You 75
  2. Cores 75
  3. Eloquence of Silence 70
  4. The Veteran's Deathbed 65
  5. Riding This Wave 70
  6. The End of Line 60
  7. Make a Wish 70
  8. A Chip On My Shoulder 65
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 75
  • Qualità Artwork: 60
  • Originalità: 60
  • Tecnica: 75
Giudizio Finale
67

 

Recensione di LR pubblicata il 05.09.2013. Articolo letto 1041 volte.

 

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