Acts of Tragedy «Cursed Words» [2013]
Acts of Tragedy
Titolo:
Cursed Words
Nazione:
Italia
Formazione:
Alessandro Castellano – Drums
Andrea Orrù - Vocals
Andrea Belsito - Bass
Paolo Mulas – Guitar
Andrea Ciribelli - Guitar
Genere:
Progressive metal / Groove metal / Metalcore
Durata:
25' 26"
Formato:
EP
2013
Etichetta:
Autoproduzione
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
“Cursed words” è l’ EP di debutto degli Acts of Tragedy, band cagliaritana nata nel 2005. Nel suono della band sarda troviamo tanti ingredienti, strati sonori che si affiancano, sovrappongono o annullano a vicenda a seconda dei casi. La composizione è fluida e tentacolare, i meccanismi e gli scatti ritmici funzionano e si incastrano con il tessuto chitarristico, che è un pò la spina dorsale del lavoro di questa band. Riff trash, progressioni, tratti speed, breakdown accompagnano e rilanciano un lavoro complesso sulla vocalità che assume diverse fattezze, si passa dallo scream disperato, al sussurrato, al clean arrabbiato e armonico che raggiunge note altissime. Anche la melodia trova spazio, è asciutta, è un filo teso, è un collante, è una eco, un riflesso condizionato. Il suono risulta spesso, ben ossigenato da distorsione e velocità, ricco di spunti e stili. “My modest proposal” ha un buon ritmo con riff veloci e armonici che trovano piena collaborazione della/e voce/i. In “What remains” troviamo la presenza di uno special guest, Kevin Talley (Dyin Fetus, Misery Index, Chimaira), alla batteria: impazza il doppio pedale, ago della bilancia e guanto di sfida lanciato contro i compari chitarristici che rilanciano la posta con altrettanta velocità e tapping, le vocals d’altro canto non restano a guardare e trovano efficaci exploit. “Cursed words” è un trampolino di lancio imbestialito per l’incastro creativo di scream/growl/pulito che trascina il brano in ripetuti vuoti d’aria. In “The descending down” le voci ribattute emergono da una base ritmica che aumenta e riduce la velocità a scatti, che cambia l’incedere all’ improvviso, acquietandosi leggermente nel ritornello semi-melodico. “What the eye sees” celebra l’old school innestando linfa/rabbia fresca nei suoi circuiti. “Absinthe” è un brano variopinto e circense: furia numetal e accelerazioni core si fondono con riff sporchi, clean ispirato, growl esondante e momenti neoclassici. Il lavoro degli Acts of Tragedy è interessante grazie alla ricchezza di stili, ispirazioni, idee, variazioni contenute nella maggior parte dei brani. Istrionici ed energici, i cinque di Cagliari sembrano idonei a navigare nei burrascosi mari di metallo.
Track by Track
- My modest proposal 70
- What remains 75
- Cursed words 70
- The descending down 70
- What the eye sees 70
- Absinthe 75
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 75
- Qualità Artwork: 70
- Originalità: 70
- Tecnica: 70
Giudizio Finale
71Recensione di Jezebel pubblicata il 18.09.2013. Articolo letto 1625 volte.
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