Recensione

Raccolta di un Ep datato 2012 e una demo, addirittura del 2006, comprendente quindi tutta la produzione di questo gruppo/one man band veneto (membri di Stormfrost e Common Grave). L'ep presenta una selezione di tre brani il cui aggettivo “scarno” potrebbe addirittura suonare come un complimento. La sezione ritmica, improntata su una drum machine (o presunta tale), è gelida e priva di fill, il basso inesistente; la chitarra posta su più livelli tende a ripetere sistematicamente pochi giri e neanche troppo coinvolgenti, come usano generalmente i gruppi di depressive black metal; poche parole dai disperati toni adolescenziali, espresse con una cantato decadente, sulla sgradevolezza e la sofferenza del vivere quotidiano: ansia, angoscia, odio verso sé stessi. Lentissimo e carente di appigli che portino verso la fine della traccia a causa di riff poco ricercati, è rischio di noia.
Il mini cd in calce si avvale della presenza di un batterista e, seppure si tratti di una registrazione antecedente, suona leggermente meglio: le atmosfere, i temi e l'andamento sono similari, ma hanno un tiro più accattivante, nonostante una lavoro di chitarra meno stratificato e più diretto; in particolare “Conflictual Cohabitation”, con un incedere malato e una convincente voce black straziata .
Nella media dei prodotti depressive, ma con qualche dettaglio in sordina che potrebbe diventare più importante se ben elaborato.

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