The Providence «The Bloody Horror Picture Show» [2013]
Recensione
In un paese come il nostro, in cui l'horror ha sempre funzionato, sia nel cinema, con registi come Bava, Argento e Fulci, ma anche, e qui ci interessa di più, nella musica, dove possiamo trovare complessi del calibro di Goblin e Death SS, un album come questo suona come una mezza delusione. I Providence, solo omonimi del gruppo hardcore metal francese, sono in realtà una one man band intenzionata a creare una sorta di tributo al cinema horror, ma lo fa con una serie di brani sconclusionati, con una produzione oltretutto non particolarmente azzeccata. Anche se diverse soluzioni sembrano funzionare, in realtà le tracce non decollano mai; non basta infatti mettere in fila una serie di riff per ottenerne dei brani accattivanti, od oscuri.
Svariati i campi che intendono toccare le composizioni: richiami ad un metal tutt'altro che tecnico si ritrovano in composizioni che ricordano i Metallica del “Black Album” (in “Daughter” e “The Ripper”) e certi Death SS anni 90, soprattutto per quel che riguarda l'uso della voce e delle tastiere, e sempre comunque molto meno efficaci ed elaborati degli originali. Pessima e datata la linea grunge utilizzata in tracce come “Eaters”. Anche dopo una serie di ascolti non se ne va l'idea che il compositore non avesse ben chiaro che cosa intendesse ottenere: lo si nota ad esempio in “Rosemary”, otto minuti strumentali, talvolta evocativi, più spesso riempiti di banalità. Ma ciò che urta davvero i nervi sono gli insistenti sample tratti da vari film horror! Tagliati in maniera dozzinale, a volte da fonti di scarsissima qualità, sono inseriti a casaccio lungo tutto il lavoro; dovrebbero essere usati con estrema parsimonia perché il più delle volte ci si trova ad ascoltare voci e suoni che perdono tutto il loro contenuto, dal momento che sono privati dell'immagine. Spesso, poi, non hanno nulla a che vedere con quello che viene suonato sopra (grida impazzite che si mescolano ad arpeggi inquietanti). In qualche raro caso coprono addirittura la musica, o vi si mescolano a casaccio. Quello che mi sento sempre di suggerire, quando si sottopone a recensione un debutto (non sono certo che lo sia, poiché non ho ricevuto alcuna biografia), è di non esagerare con il minutaggio; se fossero state selezionate tre o quattro tracce significative, la mia idea sarebbe stata leggermente diversa. Qui invece abbiamo un calderone di tantissime idee, molte superflue e sterili, alcune proprio da buttare, ma con diversi punti che se fossero sviluppati come si deve potrebbero rappresentare le coordinate giuste per il raggiungimento di un suono personale ed accattivante.
Track by Track
- Daughter (Dovevi Essere Mia) 60
- In Providence We Trust 60
- Eaters 40
- The Ripper 55
- Le Streghe 60
- Your Father, The Devil 40
- Rosemary 60
- Death Does Us Part 60
- Hell On Earth 40
- Horro Macumba 60
- Here Is Johnny 50
- In Providence We Trust Extended Version 60
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 55
- Qualità Artwork: 45
- Originalità: 55
- Tecnica: 55
Giudizio Finale
53Recensione di June pubblicata il 03.10.2013. Articolo letto 1073 volte.
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