Necromessiah «The Last Hope of Humanity» [2013]
Recensione
I sardi Necromessiah nascono nel lontano 2002 dalla mente di Necro Maniac con l’intento di suonare un black metal ruvido e di chiaro stampo scandinavo. Passano gli anni e i nostri arrivano a questo terzo full-lenght intitolato “The last hope of humanity”, distribuito dalla nostrana Punishment 18 Records; i Necromessiah sono cresciuti molto musicalmente in questi dieci anni, raffinando il loro sound che è diventato sempre più particolare e personale.
Il terzetto di Portoscuso oggi si dedicano ad un black metal con notevoli influenze thrash, caratterizzato da cavalcate di batteria che accompagnano riff di chitarra potenti e distorti al punto giusto; all’interno di ogni brano troviamo la presenza preponderante del basso suonato da SGT Baal che svetta sopra tutti gli altri strumenti senza però lasciali mai in disparte.
Ascoltando con attenzione i dieci brani più intro presenti sul cd, ci sembra di trovarci di fronte ai Motorhead che si cimentano in un black metal davvero riuscito; a completare questa sensazione è la voce di Necro Maniac che, pur mantenendo una certa dose di personalità, ricorda molto da vicino quella di Lemmy. Le similitudini con il gruppo inglese però finiscono qui, lasciando spazio a brani di indubbio interesse sotto tutti i punti di vista; canzoni come “Bio terror beast” e “Returned from hell” riescono a convincere i nostri padiglioni auricolari fin da un primo ascolto grazie all’energia che riescono a sprigionare e che ci penetra nelle ossa come un virus inarrestabile. I suoni prodotti dai Necromessiah sono marci e putridi ma colpiscono alla testa come un pugno scagliato d un peso massimo costringendo ad un haedbanging scatenato anche il più tranquillo ascoltatore.
Questo “The last hope of humanity” è quindi la conferma che i Necromessiah hanno trovato una loro dimensione ben precisa ed un suono che riesce ad esprimere al meglio le loro capacità compositive e tecniche. I 40 minuti della durata del cd scivolano veloci senza nessun intoppo o caduta di ritmo, grazie allo studio peculiare che la band ha messo in ogni brano. Consiglio vivamente questo platter sia agli amanti del death che agli estimatori del thrash più ruvido, convinto che riuscirà ad accontentare la maggioranza degli ascoltatori.
Track by Track
- Opening The Gates S.V.
- Returned From Hell 80
- Bio Terror Beast 80
- Pedo Priest 75
- Dead Or Alive 80
- Kill The Pope 70
- Arm Your Machine Gun 70
- Don't Touch My Glass 75
- Unleash Disorder 70
- Blood Boiler 70
- Goat 'n Roll 75
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 75
- Qualità Artwork: 70
- Originalità: 70
- Tecnica: 75
Giudizio Finale
74Recensione di FallenAngel pubblicata il 13.10.2013. Articolo letto 1436 volte.
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