Aemaet «Human Quasar» [2013]
Recensione
Primo disco per gli Aemaet, band proveniente dalla provincia di Latina, band giovane, formatasi nel 2010 dalle ceneri della tribute band EmadorE.
I quattro ragazzi ci propongono un suond molto dark, con un po' di elettronica qua e là, semplice ma di immediato impatto, a tratti la voce di Cristian ricorda quella di Dave Gahan (in generale la band un po' si rifà ai Depeche Mode, almeno per quanto riguarda alcune particolari atmosfere), ma partiamo con l'ascolto del cd intitolato Human Quasar.
Il cd parte subito con una movimentata Vetus Ordo Seclorum, dove la voce di Cristian viene messa in risalto nelle strofe con solo basso e chitarra, brano relativamente breve che va in chiusura con un azzeccato riff alla Velvet Revolver, c'è poi The Iconoclast, l'altro brano tirato dell'album, qui la parte elettronica della band si sente leggermente di più rispetto al precedente brano, ma mantiene comunque una peculiarità rock e, come il precedente brano, la voce di Cristian viene lasciata quasi da sola durante le strofe. Cambiamo un po' registro con A Boy Called Hermes, brano più calmo con un interessante tappeto di pianoforte al centro del brano che crea un'ottima atmosfera “rarefatta”, come se ci si abbandonasse nel vuoto, molto “eterea”, il successivo brano Demons Of Dawn ha sonorità più dure, quasi metal, un brano aggressivo, rabbioso, il contrario di Andy The Mothman, dove l'uso di tastiere si fa più pesante, il ritmo più blando e la musica la fa quasi da protagonista, creando atmosfere surreali piacevoli, ma mai quanto Slumber, un brano in grado di far “viaggiare”, atmosfere piene di pathos, oscure, si prosegue poi con The Hangman, un brano che ricorda vagamente i The 69 Eyes, segue poi Shadow, dove le tastiere e la voce fanno da padrone, un'atmosfera surreale, come se si stesse viaggiando nello spazio, persi nell'infinito buio costellato di piccole luci infinitamente lontane. Il cd va verso la chiusura, affidando le ultime battute a Paradoxical Sleep, forse uno dei brani più sperimentali del cd e che, secondo me, rende bene l'anima della band, ottimi gli incastri tra la batteria e il basso, avvolgenti le melodie della chitarra e della tastiera e coinvolgente la voce, in questo brano si possono scorgere atmosfere cupe e allo stesso tempo leggere, gli inserti onirici di tastiera e il graffiante e duro suono della chitarra, insomma, c'è un po' di tutto.
La chiusura del cd è affidata a A Shelter From Dreams che si contrappone al precedente brano per i suoni più aggressivi, ottimo il comparto tra basso e batteria, che ricreano giri di vaga memoria tooliana, con ogni tanto intrusioni di chitarra distorta.
Insomma, un buon cd da parte degli Aemaet, le sonorità sono molto interessanti così come il variare degli stessi brani, mai uguali tra di loro, ma non per questo fuori tema, consiglio l'ascolto a chi è amante dell'alternative rock, a chi ama le atmosfere dark e a chi, per staccarsi dal pandemonio del mondo, vuole rilassarsi e viaggiare un po'.
Track by Track
- Vetus Ordo Seclorum 70
- The Iconoclast 70
- A Boy Called Hermes 65
- Demons Of Dawn 75
- Andy The Mothman 65
- Slumber 75
- The Hangman 60
- Shadow 70
- Paradoxical Sleep 80
- A Shelter From Dreams 65
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 75
- Qualità Artwork: 60
- Originalità: 70
- Tecnica: 70
Giudizio Finale
68Recensione di Shylock pubblicata il 25.10.2013. Articolo letto 1708 volte.
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