Agharti «Change» [2013]

Agharti «Change» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Jezebel »

 

Recensione Pubblicata il:
28.10.2013

 

Visualizzazioni:
1958

 

Band:
Agharti
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Titolo:
Change

 

Nazione:
Croazia

 

Formazione:
Tina Bukic – Vocals
Alen Mršic – Guitar
Filip Pohanic – Guitar
Ivana Mrduljaš – Keyboards
Hrvoje Grubac – Bass
Marko Duspara – Drums

 

Genere:
Metal

 

Durata:
43' 22"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2013

 

Etichetta:
WormHoleDeath
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Distribuzione:
Aural Music
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Agenzia di Promozione:
Aural Music (Promotion)
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Recensione

I croati Agharti nascono nel 2009 e dopo un demo album di dodici tracce uscito nel 2010, ottengono un contratto con la Wormholedeath e registrano il primo studio full lenght “Change”, che sarà pubblicato a breve. Il meccanismo musicale degli Agharti è regolare: base metal, accordi e ritmo progressivi, sovrastati dalla voce femminile che, sicura di sé, tiene le fila, permettendo ogni tanto al controcanto maschile di interfacciarsi. Più vicini, anche concettualmente, ai Lacuna Coil che agli Epica, gli Agharti creano un alternative gothic metal melodico e proattivo, dall’impronta femminile e decisa, in cui è presente anche un fruttuoso dialogo tra le tastiere e gli altri strumenti. La melodia è ben spalmata e riempie tutti gli spazi, rivestendo e compattando la struttura dei brani. Dopo il manifesto strumentale contenuto in “The voice of freedom” arriva “The sky is falling”: pura melodia intessuta di scale e riff saltellanti, con linee vocali armonizzate a puntino, tagliate ogni tanto da momenti di chorus maschili. “Lost” è un botta e risposta tra il polo femminile e quello maschile che si avvicinano per scontrarsi inevitabilmente. In “Away from here” lo spessore di metallo si assottiglia per dare più spazio alle vocals. In “Fallen” le accelerazioni emotive e sonore scuotono la quiete melodica. “End of your domination” è un brano dallo spirito liberatorio, in cui le chitarre rinunciano alla calma per raccogliere l’invito delle lyrics. “The voice of compassion” è un intermezzo dedicato all’ esposizione di concetti cari alla band. “Mendacity” approfitta dei ritmi dilatati e di scale bilanciate per lasciare che i vocalizzi diventino una riflessione sulla nostra era. In “Rise again” l’inquietudine e il numero di battute aumentano contemporaneamente. “Words unspoken” e “To a friend” sono canzoni dal sapore malinconico e dalla riflessione amara. “Awaken” è più concreta, ravvivata dal ritornello e dai cambi di tempo. “The voice of change” è la terza e ultima esposizione di una “voice”, è il finale epico/strumentale di un album tutto basato sulla possibilità di un cambiamento/miglioramento futuro. "Change" è strutturato in maniera trasparente anche perché gli Agharti si cuciono addosso un vestito sonoro su misura e alla loro portata. La band oltre che ai fatti pensa e riflette anche sulle parole, sul concetto che è all’interno di ogni canzone, facendo diventare “Change” un contenitore di suoni ma anche di idee.

Track by Track
  1. The voice of freedom S.V.
  2. The sky is falling 75
  3. Lost 70
  4. Away from here 70
  5. Fallen 75
  6. End of your domination 70
  7. The voice of compassion S.V.
  8. Mendacity 70
  9. Rise again 75
  10. Words unspoken 70
  11. To a friend 70
  12. Awaken 70
  13. The voice of change S.V.
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 75
  • Qualità Artwork: 75
  • Originalità: 70
  • Tecnica: 75
Giudizio Finale
72

 

Recensione di Jezebel pubblicata il 28.10.2013. Articolo letto 1958 volte.

 

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