Vom Fetisch der Unbeirrtheit «Vertilger» [2013]

Vom Fetisch Der Unbeirrtheit «Vertilger» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
02.11.2013

 

Visualizzazioni:
972

 

Band:
Vom Fetisch der Unbeirrtheit
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Titolo:
Vertilger

 

Nazione:
Germania

 

Formazione:
R. :: Unknown
P. :: Unknown

 

Genere:
Experimental Black Metal

 

Durata:
1h 3' 51"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
23.09.2013

 

Etichetta:
Temple of Torturous
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Questo duo Tedesco arriva al secondo album tramite la talentuosa label Temple of Torturous, e come potrete capire sin da titolo della band e dell’album, non ci troviamo di fronte a una band canonica. Descritto come “Experimental Black Metal”, i VFdU sono piuttosto il caos sonoro, folli sperimentatori esecutivi che forse saranno anche partiti col presupposto di fare qualcosa di paragonabile al black metal, main realtà la proposta sonora qui offerta è talmente strapazzata, attorcigliata e deformata da aggirarsi sui lugubri sterminati lidi sonori del harsh/noise/industrial. Questo “Vertilger” offre 5 tracce per quasi 64 minuti riempiti fino all’inverosimile di musica, spesso deliranti e volutamente estremamente cacofonici e dissonanti. Il paragone musicale che può sorgere all’inizio della prima canzone potrebbe essere la frenesia sonora di “Kenose” dei Deathspell Omega, ma non passano molti minuti per notare che la proposta dei VFdU è molto meno orientata sulla malvagità, più elettronica e anche più grottesca che malvagia. Qualcosa tipo Diapsiquir.
Adoro questo tipo di proposta (non) musicale, ma per quanto questo duo ci abbia provato, la realtà è distante dal darmi gli splendidi marchi che mi hanno lasciato bands come Axis of Perdition, Deathspell Omega o Diapsiquir. La band infatti è probabilmente voluta andare troppo in là dal suo primo buon album, è impazzita completamente, ha sperimentato tantissimo e ha reso “Vertilger” un vero caos, fatto di continui sbalzi di umore, colori e visioni, con parti suonate spesso sghembe, volontariamente dissonanti e astratte, come a rappresentare diverse allucinazioni che si profilano davanti al nostro cervello ad un ritmo vorticoso, ma il problema è che è tutto incredibilmente spezzettato, non c’è il riff rabbioso che riassume il brano come nei Deathspell Omega, né il rumore continuo assordante che infettava gli Axis of Perdition, e francamente i brani mancano di idee in grado di svettare da questo marasma sonoro, abbassando notevolmente la comprensibilità del brano, che stordisce e disorienta, ma non comunica poi granché. Intendiamoci: questo cd non è certo fatto da incompetenti, ma si ha l’impressione che i VFdU debbano ancora perfezionare bene questo nuovo stile, visto che sembra proprio che per concentrarsi sul chaos sonoro abbiano un po’ dimenticato di dare delle finestre atte a dare maggiori sensazioni musicali. Non a caso i due brani che si riescono a apprezzare meglio sono il terzo (che in realtà è come un intermezzo) e il quarto, più corto degli altri brani veri e propri, dove l’evoluzione sonora del brano è meglio comprensibile. Il resto dei brani è troppo lungo senza che io sia riuscito a capirne il perché (“Schabenbrut” arriva addirittura a più di 20 minuti senza che ci sia un vero motivo per me), e soprattutto i suoni posseggono una qualità sonora un po’ raw, tipica di un disco black metal non registrato perfettamente. Non so se questa sia una scelta stilistica voluta, ma credo che dei suoni estremamente puliti e un sound talmente moderno e asettico da sembrare “lifeless” avrebbe enormemente giovato alla riuscita di questo disco.
In conclusione: “Vertilger” è come la sua copertina: complesso, caotico e difficile, ma invero anche non molto comunicativo e un po’ troppo difficile da capire. Il voto finale rispecchia un disco che oggettivamente piacerà ai fanatici del noise/harsh/industrial più lugubre e di rimando anche a chi apprezza questi generi contaminati col metal estremo, e proprio a questi consiglio l’acquisto del cd, ma la band per me può migliorare ancora.

Track by Track
  1. Lachenview 65
  2. Schabenbrut 60
  3. Multiformale Leiberdimension 70
  4. Kadavermeer 70
  5. Prothesensucht 60
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 50
  • Qualità Artwork: 55
  • Originalità: 70
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
64

 

Recensione di Snarl pubblicata il 02.11.2013. Articolo letto 972 volte.

 

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