Darkfall «Road to Redemption» [2013]
Recensione
Death/thrash melodico per questi austriaci Darkfall, una band nata nel 1995 ma che solo ora, per chissà qual motivo, propone il suo primo full length dopo una serie di lavori discografici minori, che condensa 9 tracce + intro + rifacimento di un brano vecchio loro, uscito per la Noisehead Records.
Se il genere proposto può scoraggiare all’ascolto i più pignoli tra il pubblico metal e bisognosi di sonorità che pestano duro per davvero, abituati come si è stati in questi anni da tante bands con un genere definito simile, ma in realtà proponente qualcosa di non molto distante da un metal quasi commerciale con ritornelli pop, occorre dire che questo “road to redemption” è a livelli ben più decorosi e apprezzabili dagli amanti del metal propriamente degno di questo nome: nessun ritornello pulito, nessun addolcimento, pochissime tendenze core (ravvisabili più che altro in “peacemaker”) e guizzi di chitarra solista e di riffs a volte davvero notevoli e degni di nota. A conferma di ciò, si esaltano le prime quattro canzoni, intro escluso, che posseggono un tiro decisamente apprezzabile e dotato di potenza, sulle quali svetta la bella e meno melodica “Fading away”, che propone qualcosa di non distante dai primi Possessed tipo “Phantasm” tranne poi esagerare in qualche rallentamento che fa perdere un po’ di mordente al brano, e la più originale a livello di guitar work “Phoenix rising”, e tutto il resto del disco prosegue proponendo canzoni dalle ritmiche non velocissime, ma potenti e capaci di appassionare, oltre che con riffs mediamente originali e ben suonati, cosa non da poco in un genere quasi ucciso dal trigger e da eccessive pulizie sonore.
Va anche detto, per la verità, che la seconda parte dell’album tende un po’ a scemare e a proporre brani meno a fuoco, tipo la settima e l’ottava canzone, un po’ più canoniche e meno dotate di soluzioni stilistiche davvero avvincenti, per arrivare a “peacemaker”, un po’ tendente al caos fine a sé stesso, fino ad arrivare al conclusivo brano, che si staglia sopra una trama di pianoforte avvincente per un connubio inusuale al giorno d’oggi e decisamente riuscito, direi.
In conclusione: forse non un disco che spacca in assoluto, forse non scriverà delle righe della storia del metal, ma almeno questo “Road to redemption”, dignotoso e onesto com’è, vi farà passare poco meno di un’ora di musica piacevole, ben suonata e gustosissima, che non mancherà di rendervi felici nel caso in cui cerchiate un nuovo gruppo metal underground che faccia un death/thrash melodico degno di questo nome. Non proprio originale, ma ben fatto. E ora sotto col nuovo album, sperando che si aspetti un po’ meno tempo.
Track by Track
- Road to redemption 65
- Misery of peace 70
- War has come 70
- Fading away 80
- Phoenix rising 80
- The gods await 75
- Never ending hate 65
- Rise to dominate 65
- Echoes from the past 75
- Peacemaker 60
- Kill The Need MMXIII 80
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 75
- Qualità Artwork: 75
- Originalità: 70
- Tecnica: 75
Giudizio Finale
72Recensione di Snarl pubblicata il 24.11.2013. Articolo letto 1274 volte.
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