Engine Driven Cultivators «Back From The Drainpipe» [2011]

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LR »

 

Recensione Pubblicata il:
05.12.2013

 

Visualizzazioni:
1378

 

Band:
Engine Driven Cultivators
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Titolo:
Back From The Drainpipe

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Alessandro Giorgi: voce
Adriano Angeli: chitarra
Daniele Ricci: chitarra
Mattia Tibuzzi: basso
Jacopo Bassi: batteria

 

Genere:
Thrash Metal

 

Durata:
35' 0"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
07.07.2011

 

Etichetta:
Autoproduzione

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Fin dalle prime note di “Back From The Drainpipe”, terza e ultima fatica degli Engine Driven Cultivators, si percepisce che i cinque “scugnizzi” ci sanno fare, arrivando a citare nel loro sound tiratissimo di trentacinque minuti i Nuclear Assault. Più che nella voce, sono nel modo di suonare le chitarre e soprattutto il basso, che ci viene subito in mente Dan Lilker e soci. Va dato merito al sound tostissimo autoprodotto senza l’aiuto di un fonico e di un produttore che nonostante sia mixato in modo sporco e aggressivo, riesce a dare risalto a tutti gli strumenti. Questo dovrebbe inorgoglire il gruppo che dal 2005, anno della prima release, è riuscito sempre a migliorarsi e mai a prendersi sul serio; basta ascoltare l’intro di “Into The Cyclone” per capire. Tutte le tracce sono infuocate, piene di note (l’assolo di “Beach Parade” è migliore di un qualsiasi assolo di una delle tante osannate band), riuscendo a conciliare la pesantezza con la melodia, e di un drumming serratissimo e pulitissimo(“Apology Of The Forgotten”). A ben ascoltare la loro proposta è mono direzionale e punta tanto sulla cattiveria dei riff, ma un album cosi solido e tirato poche volte si è sentito. Inoltre si da molto più spazio agli assoli che alla voce e questo non può che essere un bene, perché come sono concepite le tracce, si rimanda direttamente ai Megadeth di “Rust In Peace”. I nostri d’altronde dimostrano di conoscere bene il thrash arrivando a metterci del proprio fin dalla copertina in stile fumettistico e futuristico. Quello che manca però purtroppo è solo un po’ di notorietà in più a livello nazionale, cosa che non guasterebbe e magari un contratto e un valido produttore, per fare il meritato salto di qualità. Chissà se il tempo sarà dalla loro parte: glielo auguro!

Track by Track
  1. Hash Drunk Runners 85
  2. Final Outcome: Cyberworld 75
  3. Into The Cyclone 85
  4. Beach Parade 85
  5. Apology Of The Forgotten 80
  6. Still In The Sights 75
  7. The Claim Of Mary Reed 80
  8. Cheese Rolling 80
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 90
  • Qualità Artwork: 85
  • Originalità: 85
  • Tecnica: 95
Giudizio Finale
83

 

Recensione di LR pubblicata il 05.12.2013. Articolo letto 1378 volte.

 

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