Days of Anger «Rise Above It All» [2013]
Recensione
Gli svedesi Days of Anger da Eskilstuna sono il tipico caso di band muscolosa e potente, ma non dotata di molta inventiva. Il loro secondo album “Rise above it all”, infatti, propone una miscela sonora che oscilla tra il thrash, il groove e l’hardcore, e va detto: il cd è qualcosa di detonante nella prima metà, punta tutto sull’impatto in sede live, è ignorante come si deve e poco importa se è poco originale e a tratti addirittura un po’ generico.
Per accorgersene basta sentire la minimale ma potente title track iniziale, senza fronzoli e dritta al sodo; e se l’impeto della band potrebbe risultare fine a sé stesso e senza passaggi davvero personali, ci pensano brani come “A case of insanity” e “Filled of hatred” a rendere il chitarrista più impegnato con licks decisamente degni di nota, oltre che con ritmiche più strutturate, mentre “Nothing can bring me down” presenta un tiro maggiormente più da anthem da live.
Tuttavia, la seconda metà dell’album cambia faccia: da “Bow your head down” il tocco delle composizioni diventa molto più groove, anche rock volendo, ma non possiede lo stesso impatto, per colpa di una chitarra dal volume assolutamente troppo basso, che non emerge rocciosa come dovrebbe. Ma non solo: i brani si dimostrano troppo lunghi e a volte un po’ ridondanti, tipo “Days of anger”, canzone che dura 7 minuti e mezzo senza un motivo ben preciso per me. “I am death” è un altro brano che indugia sulla violenza, così come “Silent Asylum” e che propone una serie di tempi medi non brutti ma neanche originali, che alla fine lasciano il tempo che trovano. La conclusione è affidata a “Apathy”, brano che riaccelera, ma che mostra in maniera inequivocabile certi limiti di songwriting.
Insomma: quando i Days of Anger fanno gli ignoranti grezzi, funzionano bene anche se non sono originali, mentre quando rallentano i ritmi, non colpiscono. Mostrano una lodevole fusione di intenti e una interessante ricerca della personalità, ma le canzoni sono troppo lunghe, raramente si va sotto i 5 minuti a pezzo, oppure troppo poco articolate per sorreggere adeguatamente un tale minutaggio. Occorre che le canzoni siano più accorciate e curate negli arrangiamenti secondo me, evitando certe lungaggini o rallentamenti che distolgono i Days of Anger dal loro obiettivo principale: rompere tutto! Oggettivamente il disco non è male, ma per ambire a qualcosa di più c’è ancora un po’ di strada da fare. Consigliato solo ai fans dell’hardcore/groove metal più incalliti.
Track by Track
- Rise above it all 70
- A case of insanity 70
- Nothing can bring me down 70
- Filled of hatred 70
- Night of the damned 70
- Hellride 70
- Bow your head down 60
- Days of anger 55
- I am death 55
- Silent asylum 55
- Apathy 65
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 70
- Qualità Artwork: 70
- Originalità: 60
- Tecnica: 70
Giudizio Finale
65Recensione di Snarl pubblicata il 08.12.2013. Articolo letto 1828 volte.
Articoli Correlati
News
Recensioni
- Spiacenti! Non sono disponibili Recensioni correlate.
Interviste
- Spiacenti! Non sono disponibili Interviste correlate.
Live Reports
- Spiacenti! Non sono disponibili Live Reports correlati.
Concerti
- Spiacenti! Non sono disponibili concerti correlati.