Naxal Protocol «The Guilty Should Get What They Deserve» [2013]
Recensione
Dischi come questo mettono a dura prova un ascoltatore medio il quale, disgustato dall’apparente mancanza di senso musicale, lascerà perdere questo materiale e lo bollerà come ‘inascoltabile/roba inutile/etc.”. Questo è l’errore di chi possiede una mente ristretta (sono molti, e lo sapete) ma anche di chi non ha la pazienza adatta per sottoporsi ad una nuova sfida volta a scoprire la musicalità nascosta in elementi in prima misura non musicali. E’ sempre l’apparenza, la pigrizia, l’ignoranza ma soprattutto gli odiosi gusti indotti dal “branco” a far sì che generi musicali e sperimentazioni varie non riescano a raggiungere l’obiettivo prefissato.
Cos’ha di musicale un disco come ‘The Guilty Should Get What They Deserve!”? A mio avviso molto. La parola “noise” spaventa, terrorizza, mette in una condizione scomoda un ascoltatore medio poiché il loro cervello va a ricercare immediatamente l’accezione più vicina a tale significante e l’idea negativa di “rumore” verrà subito fuori ostacolando il tutto. Mai sentito parlare di Musica Concreta? Probabilmente no.
Polemiche a parte ho trovato davvero di mio gradimento questo disco che proviene dalle menti degli ex Cazzodio (inutile indagare, si pronuncia proprio così) ora divenuti Naxal Protocol. E’ qualcosa che sa come disturbare e violentare la mente di chi li ascolta tramite un’elettronica estrema, basata tanto sul rumore quanto su ambientazioni malate e visionarie da videogame (‘A Welcome Intrusion’ in primis). Inquietanti passaggi ricolmi di voci, filtrate o meno, che riempiono la testa a sinistra e a destra del panning, distorsioni di synth, pad volutamente dissonanti ma anche percussioni elettroniche processate in modo davvero convincente così come la stessa scelta di suoni riconducibili persino ad una sorta di ‘Ambient/Industrial’ (‘Degradation’).
Ho viaggiato per più di un’ora con la musica (perché per me è musica) dei Naxal Protocol e, sebbene non rappresenti una proposta del tutto digeribile per un pubblico preso nell’insieme, sicuramente gli estimatori non mancheranno. Sicuramente del materiale di nicchia ma dal fascino non indifferente.
Track by Track
- Naxal In The Air Tonight 75
- A Welcome Intrusion 75
- Cosmonaut Cunnilingus 70
- May You Rot In Hell 65
- Shanghai Cocaine Nights 65
- The Fear Of infection As An Infection Of Fear 75
- Tied Down 75
- The Permanent Delirium Of The Reactionary Mind 70
- Degradation 75
- The Despot Dies Smiling 70
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 85
- Qualità Artwork: 65
- Originalità: 65
- Tecnica: 70
Giudizio Finale
70Recensione di Carnival Creation pubblicata il 18.12.2013. Articolo letto 916 volte.
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