Checkmate «Immanence» [2013]

Checkmate «Immanence» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Jezebel »

 

Recensione Pubblicata il:
20.12.2013

 

Visualizzazioni:
1788

 

Band:
Checkmate
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Titolo:
Immanence

 

Nazione:
Francia

 

Formazione:
Julien Lebon - Vocals
Fabien Gagniere - Guitar/Vocals
Franklin Dumas - Guitar
Simon Cotier - Bass
Marc-Anthony Marchand - Drums

 

Genere:
Metal

 

Durata:
47' 55"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
07.06.2013

 

Etichetta:
Klonosphere Records
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

I Checkmate sono una band francese nata nel 2008. “Immanence” è il primo album della band che ha calcato i palchi di mezza Europa. Rispetto al metal di ultima generazione i cinque ragazzi francesi propongono uno stile più derivante dal metal americano anni ’90, con nuance noise e ambient qua e là. Questo è evidente nel tipo di ritmiche presenti nei brani: raramente assistiamo a cambi repentini o inversioni di marcia, ottenendo l’effetto di una base ritmica massiccia e stabile, roccia su cui fondare il discorso sonoro. Le chitarre passano con facilità da distorsione asonora ad accordi dissonanti e sospesi nel vuoto, mentre le carismatiche vocals non hanno troppe manie di protagonismo e lavorano sodo per inasprire e esasperare l’aggressività del suono. Il growl/scream si alterna a brevi stacchi di clean, assorbiti completamente da una certa melodicità estraniata e appassita di fondo, che avvolge tutto l’album. “Days slip by” è un brano in divenire, con progressioni a tratti corpose a tratti congelate. In “Fake golden kingdom” riff e batteria si risvegliano dal letargico sentimento e costruiscono un suono dritto e massiccio. “Invictus” è un insieme di vocals e ritmo rabbiosi e slanci melodici ponderati e mirati. “IMA” e “Despite the years” hanno maggior groove grazie ai giochi ritmici più flessibili e a una fluida alternanza tra riff e accordi pieni. “Blank page” è meno omogenea, con una struttura più porosa che fa filtrare liberamente sentimenti antitetici. Dopo “Fragments”, brano strumentale progressivo e meditativo, arriva “A maze”, frullato di reminescenze ritmiche e sonore anni ’90, esplosive e ben strutturate. “By any means necessary”, il miglior brano dell’album, mischia una base ritmica eccessiva con riff aggressivi e liberatori, accompagnati da scream/growl devastante. “Immanence” è figlio del supergenere “post” a causa dei diversi filoni di sottogeneri metal a cui fa riferimento. Optando, però, per un suono potente ma pervaso da un’atmosfera più eterea e non soffocata da troppe stratificazioni e patine posticce, i cinque ragazzi parigini producono un lavoro genuino, impetuoso, a tratti senza freni.

Track by Track
  1. Days slip by 75
  2. Fake golden kingdom 75
  3. Invictus 80
  4. IMA 80
  5. Moving backwards S.V.
  6. Despite the years 75
  7. Blank page 80
  8. Fragments 75
  9. A maze 80
  10. By any means necessary 85
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 75
  • Originalità: 75
  • Tecnica: 80
Giudizio Finale
78

 

Recensione di Jezebel pubblicata il 20.12.2013. Articolo letto 1788 volte.

 

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