Fortvilelse «Memento Mori» [2013]

Fortvilelse «Memento Mori» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
09.01.2014

 

Visualizzazioni:
838

 

Band:
Fortvilelse
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Titolo:
Memento Mori

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Vinterblut :: Guitars
I - Hell :: Bass
Mortiferus :: Drums
D[Ø]D :: Guitars
Trench Plague :: Vocals

 

Genere:
Black Metal Sperimentale

 

Durata:
41' 4"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
18.11.2013

 

Etichetta:
Autoproduzione

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Nonostante il nome in lingua norvegese, i blacksters Fortvilelse sono italiani e provengono da Modena. E arrivano con questa autoproduzione al loro primo disco di debutto, dopo un EP risalente all’anno scorso dal quale sono riprese tre canzoni.
In verità, però, a giudicare dalle nuove composizioni e quelle vecchie, poco sembra essere cambiato. Certo, ora la band sembra leggermente più matura e compatta, e sa anche comporre riffs di buona fattura e dal mood inquietante, ma l’evoluzione non è ancora completa. L’album “memento mori”, 8 tracce più intro per 41 minuti di musica, è proprio questo: un disco appena sufficiente, che mostra una band capace di scrivere buoni riffs, ma di non sapere ancora arrangiarli come si deve. Per intenderci: il disco non è brutto: è registrato abbastanza bene, la band non suona cavolate o riffs generici e il cantante usa buone metriche; eppure persistono dei difetti evidenti. Il primo più evidente riguarda gli arrangiamenti soprattutto di batteria: spesso si trascinano e il brano non morde. Inoltre la band sembra ancora un po’ impacciata nel comporre i brani: compongono un bel riff, ma poi invece di proseguire su quel feeling del brano, ne cambiano l’atmosfera con qualcosa di diverso, tipo mettendoci uno stacco, un arpeggio o un assolo e facendo perdere alla band un po’ di personalità. Personalità che comunque va e viene nel corso di “Memento mori”, visto che si passa da due brani in apertura francamente mediocri a una bella “The black widow”, triste e cadenzata tra il depressive e il post (tranne un orribile e non necessario riff veloce finale) a tre brani centrali da riff buoni ma con ritmica che non morde come dovrebbe e anzi indugia su tempi lenti un po’ troppo, per concludere con un brano più aggressivo ma comunque abbastanza stereotipato e non speciale, e con un brano finale un po’ troppo lungo, che ricalca il discorso fatto per i brani di metà disco.
Insomma: il songwriting dei Fortvilelse sembra avere potenzialità nelle parti tristi e grigie di “The black widow”, e anche nella melodia del riuscito assolo di “Sunset of human race”, ma non è scevro da tipici difetti di una band dal songwriting ancora poco personale, poco definito e che annoia più che altro perché suona poco proprio e troppo perso nei canoni del genere musicale proposto. Si auspica una maggiore compattezza dei membri in fase di composizione per i prossimi lavori.
Il giudizio finale rispecchia un disco che a me non pare niente di che, ma che non merita la bocciatura per il semplice motivo che è chiaro che i Fortvilelse hanno il songwriting in fase di sviluppo e di ricerca della personalità, sono ben lungi dall’essere al top della forma, ma qualche spiraglio di luce c’è e comunque non ci troviamo davanti a 6 asini. Occorre limare le ingenuità (il riff finale di “The black widow”), essere meno eterogenei, e non cercare di variare troppo il mood della canzone. In altre parole: dopo un bel riff lento o veloce, cercatene uno che combaci con esso piuttosto di cambiare l’atmosfera. Quindi al lavoro, che c’è tanto da fare, e speriamo bene!

Track by Track
  1. The light 60
  2. Memento mori 55
  3. Funeral of illusion S.V.
  4. The Black Widow 65
  5. Prophetic anthem 60
  6. When it all begins 60
  7. Artificial feelings 60
  8. Sunset of human race 65
  9. Delirium Mentis 60
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 65
  • Qualità Artwork: 60
  • Originalità: 55
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
61

 

Recensione di Snarl pubblicata il 09.01.2014. Articolo letto 838 volte.

 

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