Ready, Set, Fall «Memento» [2014]

Ready, Set, Fall «Memento» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Jezebel »

 

Recensione Pubblicata il:
10.02.2014

 

Visualizzazioni:
1815

 

Band:
Ready, Set, Fall
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Titolo:
Memento

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Christopher Volpi - Vocals
Frank Mossa - Guitar
Francesco Scaravelli - Guitar
Giovanni Santolla - Bass Guitar
Marco Pochettino - Drums

 

Genere:
Modern Metal / Metalcore

 

Durata:
35' 42"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
24.02.2014

 

Etichetta:
Lifeforce Records
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
Nee-Cee Agency
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Recensione

“Memento” è il debut album dei Ready, Set, Fall, band genovese nata nel 2010. Il loro suono è tenacemente aggressivo, coagulato ma con tagli precisi tra le parti, per dare il giusto spazio a tutti gli elementi coinvolti. La base ritmica è molto vivace, presente, in grado di sottolineare i passaggi, movimentare le battute e estremizzare i temi dei riff, offrendo un valido supporto alle chitarre che, avendo una base creativa e molto affidabile su cui poggiarsi, riescono a trovare il giusto slancio per rombare e caricare i riff e le sequenze, passando dal semi djent al death più puro, senza allontanarsi troppo dalla melodia. Proprio le parti più melodiche non si perdono nei meandri sdolcinati, ma conservano lo stesso pathos delle parti tirate, grazie ad accordi progressivi, alle influenze del (nu)metal americano e alla versatilità estrema delle vocals. Il growl profondo e il clean armonioso cercano continuamente il dialogo; sono due anime, entrambe tormentate, che abitano nelle medesime corde e che si specchiano nelle lyrics esistenzialiste. Il singolo "Deceiving lights" apre l’album ed è un esempio della tipica alternanza sincronizzata tra strofa metal e ritornello progressive. In "Skyscrapers" il suono si arrampica su alture metalliche godendosi la vista dall’alto e sprigionando energia nel ritornello. In "Buried alive" il blocco di riff rigonfi è solo in parte smussato dall'etereo refrain. In "Is this a happy ending?" i riff stoppati e trattenuti tolgono i freni negli intermezzi melodici creando ibridi sonori vagamente ambient. "Memento" è satura, spessa, soffocante e dal sapore dissonante. "A.N.S.I.A." è un pugno in faccia, è un brano dalle linee crude e battenti e dalle vocals ostili. In "Honor" e in "The temple is me" momenti di mischia sonora si alternano a fughe in melodici mondi paralleli, mentre in "Labyrinth" entriamo in un groviglio di parti giustapposte, smarrendo la via. "Meri Maat" ha una gabbia inossidabile di riff in cui le vocals iridescenti si contorcono. In "Tidal waves could save the world" la ritmica meticolosa e i riff infiammati "naufragano dolcemente" negli abissi malinconici. “Memento” rappresenta un tentativo riuscito di superare le barriere tra i generi, abbattendo canoni per creare lo spazio necessario per ossigenare le strutture e i contenuti. "Memento" dà una sensazione di concretezza, veracità e convinzione, che avvolge le sonorità cariche e destinate ad esplodere dal vivo.

Track by Track
  1. Deceiving lights 80
  2. Skyscrapers 75
  3. Buried alive 75
  4. Is this a happy ending? 75
  5. Memento 80
  6. A.N.S.I.A. 80
  7. Honor 75
  8. Labyrinth 70
  9. The temple is me 75
  10. Meri Maat 80
  11. Tidal waves could save the world 80
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 85
  • Originalità: 75
  • Tecnica: 80
Giudizio Finale
78

 

Recensione di Jezebel pubblicata il 10.02.2014. Articolo letto 1815 volte.

 

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