Age Of Torment «I, Against» [2013]
Recensione
La band belga Age of torment si forma nel 2009 e nel 2013 fa uscire il secondo album “I, against”, che contiene metal composito, corposo e compresso, dalla composizione lineare e intuitiva, con influenze che vanno dal death al trash, allo swedish e alle tendenze più grind o core. In generale i brani presentano costruzioni con tappeto a base di riff stoppati dinamici e intrecci di accordi e scale melodiche, che mostrano una buona tecnica e una linea compositiva che va al sodo. Questo è anche evidente nella ritmica calibrata che somministra cambi tempo fattibili e saturazione massima delle battute. Le vocals non sono da meno: il doppio registro ben assortito dà la giusta spinta nervina rimanendo impresso per l’alto grado di coinvolgimento. “Silencio” ci introduce nel sentiero tortuoso di “I, against” ma è con “When I tear down the walls” che la band sfodera l’arsenale sonoro: riff come macigni trafitti da rallentamenti a singhiozzo. In “Even if I die” e “Native” la sezione ritmica prende così tante forme diverse da trascinare il suono grind e vagamente numetal, stanando le vocals costrette a una fuga anaerobica. Dopo “Interlude 2.1”, brano strumentale, arriva “My own disease” brano un po’ progressive con annesso sfoggio di preziosismi tecnici e parti cadenzate, vere e proprie ferite aperte nel tessuto sonoro. “Your skin will burn” è un brano complesso caricato da dosi di old school anni ’90, velocità core e rimpolpato da riff belligeranti e growl/scream tossico. In “I, against” impazza un grind scatenato con retrogusto trash che sommerge il brano con distorsioni pazzesche. Mentre in “By my own hand” la forza panteriana si somma a riff taglienti, in “Witness the end” la band sbriglia le furie e mischia velocità, scale, dinamiche apocalittiche e transizioni vertiginose. Il finale è tutto all’insegna di atmosfere quasi funeral con “Il n’y a pas d’orchestre”, intermezzo dark che anticipa l’ancora più scura “Liberate tuteme ex inferis” opera death, in cui gli strumenti straziati narrano vicende di suoni torturati, per finire con “Salvation” in cui gli accordi vengono tuffati in vortici noise. “I, against” è un tortuoso tragitto in cui l’ascoltatore è chiamato ad attraversare le diverse fasi sonore del lavoro degli Age of torment, per poter intuire l’ampiezza del progetto e riconoscerne l’indiscussa qualità.
Track by Track
- Silencio 75
- When I tear down the walls 80
- Even if I die 75
- Native 75
- Interlude 2.1 S.V.
- My own disease 75
- Your skin will burn 80
- I, against 80
- Interlude 2.2 S.V.
- By my own hand 80
- Witness the end 85
- Il n'y a pas d'orchestre S.V.
- Liberate tuteme ex inferis S.V.
- Salvation S.V.
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 80
- Qualità Artwork: 80
- Originalità: 75
- Tecnica: 80
Giudizio Finale
78Recensione di Jezebel pubblicata il 16.02.2014. Articolo letto 1184 volte.
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