Recensione

Realtà senese nata nel 2006 quella dei Blinding Tears che arrivano a piena stabilità e maturazione artistica solo nel 2008 con il cambio di line-up e di proposta musicale.
Il sestetto toscano esordisce solo nel 2013 con l'eclettico "Real Life Isomorphism" che racchiude nelle sue nove tracce una proposta musicale di chiara matrice Prog.
L'Opera in autoproduzione è composta da brani originali come "Curse Of Freedom" che richiama al Metal Sinfonico dei Rhapsody Of Fire e altri come "Mafra", track debole a livello di proposta che fa perno su lavoro di tastiere di Cacciante e su una performance vocale quasi a richiamare una celeberrima "The Great Gig In The Sky".
Ascoltando il disco, ritornano alla mente band seminali quali Dream Theater se si pensa alla struttura dei brani ("M(a)indeadlock" e "Rainfall") e a realtà decisamente diverse quali Opeth, per l'uso -intelligente e non abusato- delle tastiere ("Flow Away").
Il Metal propriamente detto fa compagnia a suoni decisamente più moderni quasi presi da band come Tool ad esempio.
Il disco va ascoltato più di una volta per essere capito fino in fondo. Buono a livello compositivo e decisamente apprezzabile per proposta musicale e originalità stilistica.
Insomma i Blinding Tears partono in quarta con il piede giusto e ci si augura un altro seguito con i fiocchi.

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