Culls «The Dross Play Vol.1» [2013]

Culls «The Dross Play Vol.1» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Carnival Creation »

 

Recensione Pubblicata il:
25.02.2014

 

Visualizzazioni:
935

 

Band:
Culls
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Titolo:
The Dross Play Vol.1

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Alessandro Rossi – Instruments

 

Genere:
Dark Ambient / Glitch

 

Durata:
29' 10"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
25.11.2013

 

Etichetta:
Autoproduzione

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Solitamente mi ritengo molto viziato per quanto riguarda il genere ambient, specialmente quando viene proposto in salsa elettronica. Molti artisti o sedicenti tali pensano di poter vivere di rendita proponendo del materiale inascoltabile fine a se stesso e moltissimi di loro provengono dal metal estremo, probabilmente stufi di tale mezzo comunicativo.
Ci sono tuttavia felici eccezioni, come Alessandro Rossi, chitarrista dal background metal (Emrevoid, Blackdrone Inc., Alien Syndrome 777) che di estro creativo ne ha da vendere e che ha davvero dimostrato come si possa letteralmente riciclare del materiale cestinato e dimenticato da anni in vecchi hard disk prendendo clip di chitarra, distorta o meno, arpeggiata o meno, processandola digitalmente a dovere e creando dagli scarti un’opera nuova, bella e fresca nel suo insieme. Capita molto ma molto di rado, credetemi, tant’è che il progetto è stato chiamato proprio Culls, per l’appunto ‘scarti’ e la stessa copertina (da una foto del Rossi) riassume e introduce alla perfezione tutta la filosofia che aleggia dietro i pezzi dell’EP.
In ‘The Dross Play Vol.1’ Alessandro Rossi ha curato alla perfezione ogni tipo di ‘scarto’ inserendolo in contesti che richiamano volutamente il Drone, l’Electro-Ambient e l’IDM/Glitch per un risultato che non è sbagliato definire grandioso fin dall’opener ‘Scott 1912’, surreale a dir poco.
‘Spiral Staircase’ vede l’ingresso di arpeggi di chitarra spettrali e offuscati per un’ambientazione distorta e nonostante tutto dilatata; ben si discosta invece ‘Suspended In Craving’, un pizzico drone e un pizzico ambient per qualcosa che ci pone dentro un limbo mentale di quasi cinque minuti e così anche la successiva ‘James Graham Ballard’ per altro sapiente tributo allo scrittore di fantascienza in questione il quale, introdotto in un contesto musicale simile, trova la sua felice realizzazione a mio avviso. Coloro che hanno letto qualcosa in merito converranno. Chiude l’EP la bella e dilatata ‘Hold Strong Handle’, altro episodio electro in cui la matrice ambient denota un ulteriore buona prova per l’artista Rossi.
Amate Brian Eno e Robert Fripp? Vi piacciono le elucubrazioni mentali di Steven Wilson col suo progetto Bass Communion o semplicemente siete appassionati del grande Aphex Twin, Eluvium o Lustmord? Sapete già fin d’ora che questo piccolo disco vi piacerà.
Ottimo lavoro!

Track by Track
  1. Scott 1912 75
  2. Spiral Staircase 85
  3. Suspended In Craving 85
  4. James Graham Ballard 85
  5. Hold Strong Handle 85
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 85
  • Qualità Artwork: 75
  • Originalità: 75
  • Tecnica: 85
Giudizio Finale
81

 

Recensione di Carnival Creation pubblicata il 25.02.2014. Articolo letto 935 volte.

 

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