Rage of South «I See, I say, I Hear» [2013]

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Jezebel »

 

Recensione Pubblicata il:
24.03.2014

 

Visualizzazioni:
2172

 

Band:
Rage of South
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Titolo:
I See, I say, I Hear

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Tano - Vocals, Guitar
Leo - Guitar
Smoke - Bass
Salas - Drums

 

Genere:
Crossover / Nu Metal

 

Durata:
40' 13"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
18.11.2013

 

Etichetta:
Red Cat Records
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Distribuzione:
Audioglobe
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Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

I Rage of South nascono nel 2006 e dopo anni di gavetta nel novembre 2013 esce il loro debut album “I see, I say, I hear”. Questo lavoro della band siciliana è una summa degli insegnamenti e delle linee guida del numetal che ricorda i primi (e ottimi) Korn e dell'alternative metal anni '90, che vengono rivisitati e aggiornati per l'occasione, arricchiti dell'attitude verace dei quattro siciliani che rendono tutto meno crepuscolare ma a tratti più arrabbiato rispetto alle matrici americane. Dal doppio pedale che fa rimbalzare le battute sballottandole, alle chitarre dissonanti e stridenti, alle linee di basso che rimpolpano e fortificano i riff, tutto converge e crea vortici groove all'interno di ognuno dei brani. La vocalità è totalmente a suo agio in questo pianeta e spazia dall'urlato, al clean, al semi-rap ed è settata per dar risonanza alle lyrics dalle tematiche profonde. Dopo l’intro è dato a "Sheep" il compito di sfoggiare numetal plastico che riempie e dona elasticità alle battute rendendole sciolte. "Silence" ha strofe trattenute a dovere lasciando che nel ritornello ci sia il picco energetico. Il ritmo rallenta in "Prayer" dove l'atmosfera è rarefatta, la ritmica è rivolta su se stessa e il basso arrotonda le punte di risentimento lirico. "Stay down", "That fear about me" e "Reflection" mantengono lo stesso andamento presentando, però, una struttura più complessa, con una vocalità sviluppata e armoniosa, dalla melodia avvelenata. "That falling down" è un brano dai riff ipnotici e dall'atmosfera distonica, mentre "Theme of Juliet" alterna parti nervose e battenti a melodici contraltari, il tutto su un filo ritmico instabile e mutevole. In "Let me die" e "Approved" il nucleo sonoro è ridotto in più frammenti, dando libero sfogo alle intermittenze e ai cambi tempo. “I see, I say, I hear” è un prodotto in controtendenza rispetto a molti dei lavori che escono ultimamente, è un album che fa da ponte tra passato e futuro, i cui brani riescono spesso a sprigionare energia pura che centra l’obiettivo comunicativo.

Track by Track
  1. Intro S.V.
  2. Sheep 75
  3. Silence 75
  4. Prayer 70
  5. Stay down 70
  6. That fear about me 75
  7. Reflection 75
  8. The falling down 70
  9. Theme of Juliet 70
  10. Let me die 75
  11. Approved 70
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 75
  • Qualità Artwork: 80
  • Originalità: 75
  • Tecnica: 75
Giudizio Finale
74

 

Recensione di Jezebel pubblicata il 24.03.2014. Articolo letto 2172 volte.

 

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