Recensione

I Feed me more sono una band lombarda che parte dall'hardcore per dirigersi in altre direzioni, cogliendo l'attimo, senza una meta precisa, sperdendosi nei labirinti grind, postmetal, alternative, ecc.. Nei quattro brani facenti parte dell'Ep "Feed me more" i cambi di tempo e/o le pazzesche velocità fanno da timoniere insano spostando obliquamente il discorso sonoro costruito da chitarre potenti e ritmica tagliente. L'ottimo growl profondo e inquieto di Martina dona spessore e intransigenza alla base compatta. In "Bars" su riff e ritmo omogenei e leggiadri si riversano fiumi di vocals invasive e convinte. "Technoculture" è veloce e puntellata di battute che frammentano il percorso sonoro già reso arduo dagli interventi di growl assillante. In "Mission of war" il riffing è più articolato e le vocals vanno completamente a ruota libera. "Pavlov's dog", infine, è un concentrato di battute accavallate, furiose e intenzionalmente inafferrabili, chitarre corpose e growl/scream ipnotico. "Feed me more" è un Ep in cui l'immediatezza dell'hardcore si unisce all'incisività del grind dando vita a uno stile sfaccettato e originale, anche grazie all'abbondanza di significato e violenza dato dal growl femminile temerario.

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