Dinamite «Ready to Explode» [2013]

Dinamite «Ready To Explode» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Papi »

 

Recensione Pubblicata il:
27.05.2014

 

Visualizzazioni:
1926

 

Band:
Dinamite
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Titolo:
Ready to Explode

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Michele Giordano:batteria
Andrea Castagnello : chitarra, voce
Dr. Thrash: basso

 

Genere:
Thrash Metal

 

Durata:
18' 1"

 

Formato:
Demo MC

 

Data di Uscita:
01.03.2013

 

Etichetta:
Autoproduzione

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

I Dinamite sono una band formatasi nel 2012 a Cosenza, dalla volontà di tre amici di proporre sonorità potenti e aggressive, sulla base di un solido thrash metal con influenze heavy metal e accenni sporadici di death metal ( prevalentemente il death vecchia scuola).
Dal punto di vista lirico, ci troviamo di fronte a tematiche che trattano di politica, disagio sociale (si pensi a Shit Society, brano d’apertura della demo) e gli argomenti antireligiosi.

In realtà la combo cosentina suona abbastanza canonica e scontata, nella media; in Shit Society abbiamo una voce urlata che ai più potrà ricordare gli Slayer ( ma con meno cattiveria), ci sonola chitarre a motosega che creano un tremolo incessante per tutto il brano e una batteria che regge il tutto con un mid-tempo, invero un po’ canonico e scolastico, infine vi è un assolo discreto e che non aggiunge nulla di nuovo in termini di sonorità.
The Mirror è un brano piacevole, ma non particolarmente esaltante, in altre parole si lascia ascoltare, ma non brilla inventiva.
La situazione migliora molto con Evil Wears White, dall’inizio esplosivo seguito da un breve rallentamento, seguito a sua volta da una sezione molto aggressiva e spaccacollo.
Da segnalare una maggiore cura per quanto riguarda la sezione solista, molto più elaborata ed interessante.
Mind Barricades, con il suo riffing tagliente e una cura maggiore per gli arrangiamenti, presenta buoni cambi di ritmo e un refrain memorizzabile. Senza dubbio il brano migliore del breve platter. Carina.

A livello tecnico assistiamo ad una prova di buona fattura, forse una produzione lievemente meno grezza avrebbe giovato un po’ di più in alcuni passaggi. Il problema fondamentale del gruppo consiste nel imitare un po’ troppo sonorità già ampiamente esplorate da altre band, e quindi nel offrire una proposta poco originale. Probabilmente gioverebbe alla band un maggiore affiatamento ed un lavoro di songwriting più curato. Da rivedere il cantato, che ricorda davvero troppo una versione sgolata e sforzata di Tom Araya.
Tuttavia i presupposti per fare bene ci sono, bisogna solo aspettare che emergano in modo più incisivo alla prossima occasione. Cinque centesimi di voto in più per la copertina coattissima.

Track by Track
  1. Shit Society 60
  2. The Mirror 65
  3. Evil Wears White 65
  4. Mind Barricades 65
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 65
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 65
  • Tecnica: 65
Giudizio Finale
66

 

Recensione di Papi pubblicata il 27.05.2014. Articolo letto 1926 volte.

 

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