Ushas «Verso Est» [2013]
Recensione
Gran bel disco di debutto per gli Ushas, band che dovrebbe provenire da Roma (e dico dovrebbe perché non ho biografie nel mio promo pack), e che in questo disco compost da 10 tracce per poco meno di 38 minuti di musica ci propone un qualcosa mischiato tra hard rock, glam (prevalenti) e metal, che più raramente si fa presente, come nella traccia “Desperados”.
Qual è il bello di “Verso Est”? Che è genuinissimo: è cantato particolarmente bene con delle urla praticamente sempre a tiro, è suonato molto bene e possiede un sacco di riffs che rendono i brani proprio come si conviene a un cd glam, ovvero rockeggianti, ma anche sfacciati, diretti, sporchi e irriverenti, il cui stile è annunciato dall’opener “Fuorilegge”, stradaiola e da biker, oppure con la più lenta e glam “Sangue e carne”, e le irresistibili e da singolo “Io non sono qui” e “Desperados”, per terminare con la conclusiva “Maledetta notte”, anch’essa sporca e sudaticcia, con tematiche anti polizia e ironiche apprezzabili. E giusto per non dimenticare questo particolare: i testi sono tutti in italiano, e perfettamente incastrati nelle composizioni: un punto a favore in più per gli Ushas su di una cosa alla quale non faccio particolarmente caso, ma se l’idioma italiano può servire a rafforzare tutto, allora che ben venga, magari accompagnato dalle linee vocali del cantante che a volte sembra appoggiarsi agli Strana Officina di brani come “Luna Nera”, mentre altre volte l’effetto come in “Shri Heruka” ricorda perfino i Litfiba.
Insomma: un gran bel disco, ruspante e fatto da una band alla quale non manca l’entusiasmo, ma che forse presenta alcuni difetti. Il primo dei quali è dato da una prima ballad come “La via della seta”, che più che una ballad mi sembra fin troppo soffusa, quasi jazz con il cantato. Non è male, ma non c’entra niente col resto dei brani, mentre la parte centrale del cd vede gli Ushas provare a mettere qualche nuova componente meno rockeggiante, guastando in parte il brano. Mi riferisco allo stacco a metà canzone della title track, che sembra reggae dopo un bell’andamento hard rock. Ok, gli Ushas si riprendono ma francamente: era proprio necessario quell’arrangiamento? Per non parlare della già nominata “La via della seta”, e una “Shri Heruka” che pasticcia con influenze più electro, non rovinando il brano ma accostandogli delle parti superflue.
Insomma: a parte qualche svarione, il cd degli Ushas è da comprare se siete fanatici del rock anni 80 e del glam in particolare. Devo dire che dove qualche band italiana va a toppare alla grande, in questo genere loro sanno il loro lavoro. Dategli una possibilità.
Track by Track
- Fuorilegge 80
- Sangue e Carne 80
- Io non sono qui 85
- La via della seta 70
- Verso Est 65
- Shri heruka 65
- Dai tetti di gaden 80
- Desperados 85
- Yama 80
- Maledetta notte 80
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 80
- Qualità Artwork: 65
- Originalità: 80
- Tecnica: 80
Giudizio Finale
76Recensione di Snarl pubblicata il 05.06.2014. Articolo letto 1780 volte.
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