Voldo «Hella Maluka» [2014]

Voldo «Hella Maluka» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Mark David »

 

Recensione Pubblicata il:
01.07.2014

 

Visualizzazioni:
2013

 

Band:
Voldo
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Titolo:
Hella Maluka

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Michele Calamita - batteria
Matteo Passamonti - basso, voce, effetti
Luca Giovagnoli - chitarra ed
elettroniche

 

Genere:
Stoner-Hard Rock Psichedelico

 

Durata:
1h 8' 52"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
01.12.2013

 

Etichetta:
Autoproduzione

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Un libro non si giudicherà dalla copertina, tuttavia curare il dettaglio male non fa: I Voldo hanno fornito il proprio disco d'esordio di una veste a dir poco superlativa. L'articolato intaglio in cartone che estrae automaticamente il cd aprendo il booklet regala un sincero "OOOOH" di meraviglia, mi sembra il minimo spendere un paio di parole per tanto impegno creativo.
Alchè la curiosità di sapere cosa cazzo c'è inciso in questo disco, prende. Eccome.
Otto tracce infinite e non mi riferisco (soltanto) alla durata dei brani, il quantitativo d'influenze che si possono trovare in Hella Maluka è veramente ammirevole. In "Liar" abbiamo un concentrato di Kyuss in una giornata veramente storta, in Donor a tratti sentiamo cenni di System Of A Down, groove ala RATM sofferenti ed in linea di massima tanto shoegaze che influenza le parti vocali per melodie untuned e riverberi retrò. "Steps" ricorda le suite di stampo progressive a livello strutturale mentre in linea di massima, la modernità del riffing ricorda tanto i miei carissimi Tool e qui mi fermo. Etichettarli come "stoner psichedelico con migliaia di influenze" è poco utile, tuttavia questo è.
La traccia che potrei identificare come la più identificativa dei Voldo è la opener "Cow", degno di nota il finale a cardiopalmo ed il break-in in controtempo dello scurissimo riff sul beat con hi-hat in levare. Wow.
La cura del sound è molto importante per il trio ubmro-toscano, che giocano con effettistica e suoni elettronici, che alle volte non si limitano soltanto a fare da contorno al trio basso-chitarra-batteria ma vengono ad essere parte integrante della gamma di suoni utilizzati, con synth che suonano melodie ipnotiche e drum machines veramente cattive perfettamente calate nella parte e per niente Duran Duran.
Il mastering ed il missaggio dei suoni sono da lodare, un'autoproduzione a livelli davvero altissimi, di quelle che se ne vorrebbero sentire spesso.
Hella Maluka è un trip di terrore, paranoia e sudore freddo, studiato ed arrangiato per avere una dinamica molto estesa, sebbene il concetto di struttura canzone sia spesso stravolto, mantiene una certa linearità; all'ascolto risulta duro come una gomitata in faccia senza paradenti.
Una pecca dell' insistere su dissonanze, parlando da un punto di vista prettamente compositivo, è che rende il primo ascolto sicuramente molto impegnativo per palati poco abituati al genere.
Quello che vorrei sentire nel prossimo lavoro è un maggiore equilibio nell'operare con note, oltre che con i suoni (ambito in cui sono già ferratissimi) e coltivare la cattiveria di "Liar", pezzo super-mega-riuscito.
La band sale senza paura sul trampolino più alto per il primo tuffo nella mischia. Davvero un grande esordio. Check out: "Cow", "Liar" e "Drogo".

Track by Track
  1. Cow 80
  2. Steps 75
  3. Dirt S.A. 70
  4. Liar 90
  5. Donor 80
  6. Chora 70
  7. Bleed 65
  8. Drogo 80
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 100
  • Qualità Artwork: 100
  • Originalità: 85
  • Tecnica: 90
Giudizio Finale
82

 

Recensione di Mark David pubblicata il 01.07.2014. Articolo letto 2013 volte.

 

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