Eternal Silence «Raw Poetry» [2014]

Eternal Silence «Raw Poetry» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
02.07.2014

 

Visualizzazioni:
2422

 

Band:
Eternal Silence
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Titolo:
Raw Poetry

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Marika Vanni - Vocals
Alberto Cassina - Guitar
Matteo Bulldozer Rostirolla - Keyboards
Alessio Sessa - Bass Guitar
Davide Massironi - Drums

 

Genere:

 

Durata:
54' 52"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
13.01.2014

 

Etichetta:
Undeground Symphony Records
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

L’Underground Symphony deve davvero essere appassionata di Gothic, e in questo caso è la volta dei varesini Eternal Silence, che propongono in questo “Raw poetry” 11 tracce più intro in quasi 55 minuti di una musica che potrei collocare tra i NIghtwish e i White Skull, quindi direi un Power Sinfonico incrociato con una voce lirica femminile della brava Marika e atmosfere tendenti al drammatico che ammantano quest’album.
Un album quindi lungo, non troppo complesso salvo episodi più prog come “Death and the maiden”, ma per il resto capace di attacchi marziali e maestosi come “Forlorn Farewell”, o come le più tipicamente metal “Braving my destiny” e “Braided fates” o addirittura “December demise”, un ottimo brano breve per solo piano e voce, che aggiunge una splendida variazione sul tema di un album altrimento un po’ monotono, ma che ad ogni modo presenta il suo picco nella favolosa “Run in search of flame", che consiste in una cavalcata metal classicissima, ma nondimeno contraddistinta dall’avere un sicuro impatto e una potenza non indifferente. Subito dietro a questa canzone la grande e più lunga “Vigdis”, con tanto di influenze neoclassiche, mid tempos trascinanti e una fuga per chitarra solista notevole. In generale “Raw Poetry” è senz’altro poetico (giocando col titolo dell’album) e nonostante la sua lunghezza non indifferente, riesce a non stufare e a non presentare brani filler o senza senso, caratterizzato da musicisti che forse come possibile evoluzione sonora potrebbero sbizzarrirsi ancora un po’ di più senza stare troppo dietro alla cantante e magari aumentando ancora gli assoli o dando qualche risalto ai ritmici, ma che già così sono godibilissime.
E allora perché nonostante tutti questi elogi sperticati il giudizio è una promozione un po’ castigata? Semplice: per la qualità sonora, che vergognosamente non è brillante come è assolutamente prioritario in questo genere. L’album è ascoltabile, suonato benissimo e registrato bene per quel che riguarda per strumenti come la batteria, la voce e le tastiere, ma le chitarre sono molto sporche e impastate nel suono, e il basso non si sente granché. Il tutto è un problema non irrecuperabile ma che comunque fa un po’ storcere il naso, visto che in questo genere musicale una resa sonora brillante e perfettamente definita è fondamentale per far risplendere l’album come si deve. Con un suono più adeguato, avrei dato 10 punti in più al voto finale.
Nonostante questo difetto, l’album è a mio avviso più che consigliato agli amanti del power/prog, soprattutto se con voce femminile e con influenze tipo i gruppi suddetti.

Track by Track
  1. Musa (Intro) 65
  2. The day of regret 65
  3. Braving my destiny 70
  4. Incubus 65
  5. Forlorn Farewell 75
  6. Run in search of flame 75
  7. Lord of the Darkest night 70
  8. Beneath this Storm 75
  9. Braided fates 70
  10. December Demise 70
  11. Death and the maiden 70
  12. Vigdis 75
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 50
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 75
  • Tecnica: 75
Giudizio Finale
71

 

Recensione di Snarl pubblicata il 02.07.2014. Articolo letto 2422 volte.

 

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