Frozen Caress «Introjection» [2014]
Frozen Caress
Titolo:
Introjection
Nazione:
Italia
Formazione:
Davide Serra ::Vox, Piano, Keys
Antonio Leggieri :: Guitar, Drum Machine
Edoardo Giardina :: Bass
Genere:
Gothic / Doom / Progressive Metal
Durata:
58' 20"
Formato:
CD
24.01.2014
Etichetta:
Autoproduzione
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
Molto confuso questo “Introjection” dei Frozen Caress, studio project con membri da Cagliari, altri da Torino e altri ancora da Milano, che propone 7 tracce più 3 intermezzi per 58minuti di musica.
Perché confuso? Perché presentato come Progressive/Gothic Metal sulla loro pagina facebook, siamo molto lontani dal gothic metal, e anche il paragone col doom non regge tanto, anche se l’album va piano. Il punto è questo: Frozen Caress è un progetto da studio, e si sente parecchio in tanti piccoli particolari. A partire dalla drum machine, ben programmata ma con suoni troppo sottili e quasi senza drum fill, il che è un peccato mortale sia se fai doom che se fai prog, ma a parte questo, la band è fin troppo istrionica, a volte sembra esagerare e non si regola in quanto all’ecletticità compositiva e ci propone per esempio troppi intermezzi per sole tastiera e voce, e soprattutto esagera con l’outro: ben 6 minuti e passa di sola voce in falsetto. E non solo: quel falsetto non è brutto, ma è costante come stile vocale in quasi tutto l’album. Decisamente troppo e non necessario per me. Ma purtroppo i lati negativi non finiscono qua: cosa vuole suonare a volte la band non è chiaro. A volte sembra che questi ragazzi vogliano suonare gothic/doom, con dei crescendo compositivi che effettivamente fanno risplendere il finale di “The moodswing”, ma dall’altro c’è il puro caos, con la stessa “The moodswing” che più che essere eclettica passa da un metal estremo iniziale scontato a un intermezzo psichedelico tipo Sigur Ros, che poi però si elettrifica di colpo, e si passa anche a un intermezzo jazz, con tanto di schiocco di dita! Troppo lunatico per poter risultare anche intellegibile per me.
E per finire, la situazione non è tanto grave con la voce e la tastiera, malgrado Davide Serra si allarga un po’ troppo, ma crolla quando subentra la chitarra, che troppe volte invece di sostenere il mood delle canzoni, entra per dare un sound totalmente diverso alle composizioni e aggiungerci un tocco più metal, ma generico a livello di qualità e che soprattutto disorienta più che stupire. L’esempio in questo caso è dato da “Nevermore the sun”, che a me dopo metà canzone sembra brancolare nel buio, e da “Quartet...”, dove la chitarra e gli interventi di tastiera semplicemente non collidono.
Insomma: “Introjection” è poco vario quando serve (la voce), e quando varia o deve usare diverse carte lo fa male, finendo per incasinare un po’ troppe cose. Risultato: troppo astratto, troppo falsetto, non è molto gothic, non è molto doom, è prog ma spiazza... personalmente, è troppo acerbo. La band ha le capacità per fare qualcosa di buono, ma sembra che l’essere a distanza renda i Frozen Caress troppo poco affiatati come formazione. Mi dispiace, ma io non consiglio l’ascolto dell’album, per il semplice motivo che questo cd prova a giocare tutte le carte che ha, ma non ne gioca bene nessuna.
Track by Track
- Sold out, like seats in heaven 60
- Mr & Mrs Doe 60
- De solo corde 50
- The moodswing 45
- Schopenhauer 55
- Promenade 60
- Nevermore the sun 50
- Diary of a voiceless poe 55
- Quartet for the End of Time 50
- Heores die first 45
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 55
- Qualità Artwork: 60
- Originalità: 55
- Tecnica: 60
Giudizio Finale
55Recensione di Snarl pubblicata il 27.07.2014. Articolo letto 1463 volte.
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