Demon's Bridge «Perversion in Inhuman Forms» [2014]

Demon's Bridge «Perversion In Inhuman Forms» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Possenreisser »

 

Recensione Pubblicata il:
04.09.2014

 

Visualizzazioni:
1241

 

Band:
Demon's Bridge
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Titolo:
Perversion in Inhuman Forms

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Paolo Salaris - Vocals
Mikael Gallus - Guitar
Davide Ambu - Guitar
Andrea Pillitu - Bass
Marco Coghe - Drums

 

Genere:
Brutal / Death Metal

 

Durata:
10' 58"

 

Formato:
EP

 

Data di Uscita:
11.05.2014

 

Etichetta:
Autoproduzione

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

I sardi Demon’s Bridge nascono nel 2009 per l’iniziativa di Mikael Gallus (Chitarra), Andrea Loche (Voce), Andrea Pillitu (Basso) e Marco Coghe (Batteria), con l’intento dichiarato di lavorare su pezzi propri dopo il classico periodo di rodaggio a suon di cover. Nel 2010 vedeva la luce il primo EP di 8 tracce e, dopo piccoli assestamenti di line-up (ecco l’attuale: Andrea Pillitu (basso), Marco Coghe (batteria), Davide Ambu (chitarra) e Paolo Salaris (voce)), danno vita, in questo 2014, al prodotto che ci apprestiamo a recensire: "Perversion in Inhuman Forms" che già, buttando un occhio al titolo e all’immagine di copertina, non lascia alcun dubbio sul contenuto sonoro.
Tre brani di brutal-death putrido e marcescente più un intro dall’alone psycho. Il suono dei nostri, ad un primo ascolto, ricorda la proposta degli At the Gates degli inizi, quelli di “Garden of Grief” e “The Red in the Sky is ours”, per intenderci: i ritmi sono veloci ma non diventano mai super-veloci (come alcune band death più contemporanee ci hanno abituato a sentire); il suono degli strumenti è molto old-school, a partire dalla batteria; le partiture seguono una strutturazione coerente e formano un tutto omogeneo nel quale gli strumenti collaborano creando, all’unisono, momenti più cadenzati e sincopati (come verso il finale di “Lacerate Her Body” e la seconda metà di “Perversion In Inhuman Forms”) alternati da affondi più tipicamente death (come il riffone 100% death che parte al minuto 1:48 di “Melted Vulvar Skin” che, in diverse salse, abbiamo apprezzato sui recenti lavori di MindSnare e Crawling Chaos) e accenti quasi slam (bello breakdown con Pig-Squeal su “Melted Vulvar Skin”).
Il genere vive, chiaramente, di stilemi che il combo sardo riesce a riproporre in maniera puntuale e tecnicamente pulita; manca una dose di originalità che faccia uscire i Nostri dal crogiuolo di band che si muovono nella stessa direzione. Ma i ragazzi sono giovani e il tempo è sicuramente dalla loro parte. Li aspettiamo sulla prova del full-length e siamo tutt’orecchi.

Track by Track
  1. Intro S.V.
  2. Lacerate Her Body 70
  3. Perversion In Inhuman Forms 70
  4. Melted Vulvar Skin 85
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 75
  • Qualità Artwork: 85
  • Originalità: 65
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
76

 

Recensione di Possenreisser pubblicata il 04.09.2014. Articolo letto 1241 volte.

 

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