Stealth «Shores Of Hope» [2014]

Stealth «Shores Of Hope» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
09.09.2014

 

Visualizzazioni:
2234

 

Band:
Stealth

 

Titolo:
Shores Of Hope

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Enrico Ghirelli :: Vox
Luca Occhi :: Guitar, Backing Vocals
Matia Catozzi :: Guitar
Andrea Rambelli :: Bass, Backing Vocals
Marcello Danieli :: Drums

 

Genere:
Hard Rock

 

Durata:
43' 25"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
17.01.2014

 

Etichetta:
Autoproduzione

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
Atomic Stuff
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Recensione

Gli Stealth sono di Ferrara e arrivano al loro primo album “Shores of Hope”, autoprodotto, che consiste in 10 tracce per 43 minuti e mezzo di musica Hard Rock/Heavy Metal, citando la loro biografia. In realtà, no. “Shores of Hope” non è fatto male, non è brutto, ma possiede alcuni difetti che reputo imputabili alla mancanza di esperienza, più che altro.
L’ascolto dell’album rivela che anzitutto non è metal: è rock, e neanche tanto hard. Non che sia un male, ma si sente. Le canzoni provano a spaccare, ma più che altro mi restano in mente quelle melodiche e calme, più che quelle rockeggianti. L’opener “Guns” ci prova a essere diretta e cattiva, “The border” la mette su un mid tempo corposo, ma di tutti i brani più rock si denota sempre un groove troppo leggero, dei ritornelli che virano troppo verso la melodia, tipo quello di “Nuclear Warfare” particolarmente, e una voce ben fatta ma troppo tranquilla, quasi (chiedo scusa per il brutto termine, è solo per rendere l’idea) troppo da “bravo ragazzo” e poco da rocker. Di certo non aiuta una qualità sonora troppo smussata e con la voce troppo alta rispetto alle chitarre e alla batteria, che non risaltano. Manca quella botta in faccia che ti fa sentire come se avessi il loro ampli davanti, e questa qualità sonora riesce solo a far esaltare i momenti meno potenti, che tra l’altro sono anche quelli più riusciti, con la splendida ballad “Godspeed” ad eccellere, nonché con la grigia e più moody “Black Century” altrettanto rimarcabile. Altrove, per i difetti formali suddetti, la band sui pezzi rock ce la fa, ma comunque resta sempre qualcosa di mica tanto speciale. Gruppo sciacquo sui brani rock e che farebbe dunque meglio a fare rock leggero? In realtà no, perché comunque “Rock Beast” convince molto bene pur essendo il brano rock più pesante, forse, del lotto, paragonabile a qualcosa dei rockers nostrani Impulse di “Let freedom rock”. Il problema sembrerebbe dunque non essere tanto la composizione quanto la realizzazione dell’album e forse anche un po’ la convinzione dei membri stessi nel registrarlo.
Essendo il disco di debutto, facciamo che il voto sotto riportato fa da incoraggiamento, e ci accontentiamo del talento nei brani melodici e anche di potenzialità espresse da brano tipo “Rock Beast”, ma per il prossimo album personalmente auspico un’enfasi di entrambi questi lati compositivi degli Stealth. In bocca al lupo!

Track by Track
  1. Guns 65
  2. The Border 65
  3. Ozone Fades 65
  4. Godspeed 75
  5. Nuclear warfare 60
  6. Pharaoh 65
  7. Black century 70
  8. Uhlans 1915 60
  9. Rock beast 80
  10. My Heaven 75
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 60
  • Qualità Artwork: 65
  • Originalità: 65
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
68

 

Recensione di Snarl pubblicata il 09.09.2014. Articolo letto 2234 volte.

 

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