Diononesiste «Mota» [2014]
Recensione
Diononesiste è una One man Death Metal Band che arriva, dopo anni di silenzio, al suo primo full length dopo aver pubblicato qualcosa in passato. Il genere proposto per questo “Mota”, stando a quanto ci dice la biografia allegata al promo pack, sembra essere un Old School Death Metal putrido e primordiale, con tanto di qualità di registrazione sporca e oscura: fantastico, è uno dei mio generi preferiti del metal!
La realtà fortunatamente non è diversa da questo: “Mota” non è una presa in giro fatta da parte di qualcuno che scimmiotta i Behemoth (nulla di male contro la polacca, ma tanto contro gli imitatori) o che cade nel deathcore (idem con patate), ma ha il problema di come l’album è realizzato. Io non so quale sia stato il budget per quest’album, non so se la batteria è vera o no, anche se a me sembra proprio di no, non so come sia stato registrato l’album, ma la qualità sonora dell’album è appena sufficiente, e lo dico io che sono fan di questo genere musicale: voce e batteria coprono in gran parte una chitarra che per tutto il tempo fa riffs su riffs, alcuni dei quali ottimi tipo quello a 1:20 della settima canzone, ma altri sono discreti e nulla più. Per la qualità delle composizioni è la stessa cosa: a volte le canzoni spaccano, come in “Regression” e soprattutto “Jugular”, ma altre volte i brani sembrano generici e hanno soluzioni che non capisco, come ad esempio “Somniferum” che è divisa in due, praticamente, e se una title track colpisce bene per via di queste melodie dissonanti apprezzabilissime e tipiche del death old school, meno bene si può dire dell’ultima canzone, che in pratica è un outro di ben 13 minuti drone, ed è solo grazie a questo che Diononesiste riesce ad arrivare oltre la mezz’ora dell’album.
Insomma: un album tutto cuore e passione ma con poco cervello. Non che si vogliano sempre qualità sonore cristalline, ma ciò che di buono c’è in quest’album è quasi del tutto devastato da una qualità sonora mediocre, dove ti devi impegnare per capire cosa sta suonando la chitarra o per capire se stanno tutti andando a tempo. Non esce fuori un cd inutile ma un cd solo per fans sfegatati di questo genere, visto che all’estero esce roba più credibile e meglio registrata. Alla prossima.
Track by Track
- Inizio S.V.
- Scissors 60
- Somniferum 55
- Regression 65
- Jugular 70
- Algia 60
- Below the worms 65
- Mota 65
- The meaningless of living (15012005) S.V.
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 55
- Qualità Artwork: 60
- Originalità: 60
- Tecnica: 60
Giudizio Finale
62Recensione di Snarl pubblicata il 30.09.2014. Articolo letto 1208 volte.
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