Catechon «Il Richiamo di Orfeo» [2014]

Catechon ĞIl Richiamo Di Orfeoğ | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
06.10.2014

 

Visualizzazioni:
1103

 

Band:
Catechon
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Titolo:
Il Richiamo di Orfeo

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Jackal :: Bass
Sinister :: Drums
Morgue :: Vocals
Dawn :: Guitar

 

Genere:
Black Metal

 

Durata:
27' 4"

 

Formato:
EP

 

Data di Uscita:
06.09.2014

 

Etichetta:
Autoproduzione

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Arrivano al debutto i Mestrini Catechon con questo “Il richiamo di Orfeo”, EP di 6 tracce per 27 minuti di musica, e per una volta si parla di una vera band con tanto di formazione completa, la band è giovane e appena formata e di conseguenza non c’è molto da dire sulla storia di questa band.
L’ascolto dell’EP denota una band che, com’è normale, non è male ma che ha prodotto un EP con continui “rise and falls”, luci e ombre e alti e bassi. Partiamo dal difetto più grave, che è dato dalla qualità sonora: l’album ha dei buoni suoni ma i volumi parecchio sballati e soprattutto con la chitarra ad essere penalizzata. È ovvio, ascoltando l’album, che la band avrebbe a gran voce bisogno di chitarre dai suoni rocciosi e potenti, ma oltre a non essere particolarmente ben suonati, mancano sovraincisioni, una ritmica di accompagnamento e arrangiamenti più curati. Sembra quasi che in fase di registrazione sia stata quasi lasciata la traccia guida di chitarra iniziale. Ma non solo: oltre a essere nuda e cruda, è bassa di volume, poco compressa, troppo poco distorta e adatta forse per generi più lenti dove la chitarra deve risuonare, ma non in uno stile come questo, fatto di parti veloci disarmoniche e parti lente ombrose, dove la chitarra deve suonare compatta e più acida.
E questo è un difetto grave perché di fatto demolisce una buona parte dello stile della band e dell’atmosfera sprigionata da questo cd. Ma non solo: la band picchia bene, colpisce nella title track dell’album e in “Voluspa”, ma la mancanza di esperienza si sente da due cose: alcuni arrangiamenti sono banali (la parte per basso e batteria in “Necropsychosis”, lo stacco a 2 minuti di “Sangue del martire” e quello a 3’27” nella prima canzone, troppo sconnesso) e soprattutto non c’è ancora uno stile di riffs univoco in tutto l’EP. Se per esempio infatti colpisce molto bene lo stile chitarristico usato nella title track, che usa riffs disarmonici tipo Deathspell Omega di prima carriera ad altri riffs più diretti alla Marduk, la terza canzone sembra andare un po’ alla cieca e cambia ambientazione e tempi un po’ troppe volte, mentre la quarta all’inizia è più norwegian styled, ma poi sembra più viking che altro, e per finire l’ultima canzone sembra Depressive, per poi proseguire più veloce ma non colpisce particolarmente, a causa di questi cambi di stile che confondono.
Insomma: è l’inizio per la band. Mi sono soffermato sui difetti visto che credo che sia questo che alla band interessi, ma in realtà l’EP è discreto e a parte la qualità sonora, ha l’unico difetto di avere uno stile in fase di sviluppo e ancora da affinare in quanto a originalità, quasi come che i Catechon si affannino a mettere troppa carne al fuoco. A risentirci col prossimo lavoro e in bocca al lupo. EP da acquistare per i collezionisti sfegatati del black metal italiano.

Track by Track
  1. IIT 2 6-7 55
  2. Il Richiamo di Orfeo 70
  3. Necropsychosis 65
  4. Sangue del martire 65
  5. Voluspa 70
  6. Vision of a Drunk Man 60
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 55
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 65
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
66

 

Recensione di Snarl pubblicata il 06.10.2014. Articolo letto 1103 volte.

 

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