Headless «Growing Apart» [2013]

Headless «Growing Apart» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
08.10.2014

 

Visualizzazioni:
1761

 

Band:
Headless
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Titolo:
Growing Apart

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Goran Edman :: Vocals
Walter Cianciusi :: Guitars
Dario Parente :: Guitars
Scott Rockenfield :: Drums

 

Genere:
Prog Metal

 

Durata:
42' 7"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
07.06.2013

 

Etichetta:
Autoproduzione

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
Mazzarella Press Office
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Recensione

Non conoscevo questa buona band AOR da Avezzano, eppure gli Headless dopo un full length nel 98 tornano dopo anni e anni, e i due chitarristi si fanno per l’occasione affiancare da Goran Edman alla voce, che pare aver suonato con un certo Malmsteen, e da un tal Scott Rockenfield proveniente dai Queensryche. Davvero inaspettato...
“Growing Apart” è come detto AOR, un piacevole esempio di mix tra rock e metal ma non troppo spinto. Non fatevi fregare da una prima canzone un po’ strana e poco convincente: la classe di questa band è dimostrata dalla seconda alla quinta canzone compresa, tramite una “Primetime” dall’ottimo tiro, rockeggiante e allegra, dalla fiammante e migliore del lotto “Nero fantasies”, e dalla più eclettica e stile Extreme “Calf Love”, senza disdegnare la più oscura e potente quinta canzone. Il resto dell’album si barcamena tra altri episodi a tiro, come la title track o la focosa “No happy ending” o la ballad “As tears go by”, ma anche da episodi un po’ più mediocri come la sesta e l’ottava canzone, dove gli Headless sinceramente sembrano perdere la bussola e lasciarsi andare ad un brano, il sesto, che invece di buttarsi sull’up tempo preferisce chiudersi e contorcersi troppo, mentre l’ottava canzone ha un tempo dispari francamente mica tanto opportuno, nonché un ritornello un po’ così così, poco convincente.
L’album nonostante qualche battuta a vuoto però convince sulle buone qualità della band, e sarà per il batterista che magari si sarà portato un po’ a sé lo stile musicale, ma a me vengono proprio in mente i Queensryche come influenze su tutte le altre. Meno volte i Lionheart. Consiglio, come unico margine per la band, di scrollarsi un po’ di ruggine da dosso e di andare un po’ più dritta al punto a volte, viste che l’album a volte sembra cercare troppi preamboli, ma ciò non toglie che “Growing Apart” a me sia piaciuto un bel po’. Amanti del rock/metal tendenti all’AOR, fatevi sotto.

Track by Track
  1. God of sorrow and grief 65
  2. Primetime 75
  3. Nero fantasies 80
  4. Calf love 75
  5. The Backstabbers Around Us 80
  6. Be Myself 60
  7. Growing Apart 70
  8. Sink Deep in a Fairytale 60
  9. No happy ending 75
  10. As tears go by 75
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 75
  • Qualità Artwork: 75
  • Originalità: 75
  • Tecnica: 80
Giudizio Finale
73

 

Recensione di Snarl pubblicata il 08.10.2014. Articolo letto 1761 volte.

 

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