Hate Tyler «Vidia» [2014]
Recensione
Vengono da Alessandria e giungono al secondo album questi Hatetyler, band che al suo interno ha anche nomi famosi come Marco Pastorino dei Secret Sphere, nota band power/prog, Sarà forse per la presenza di questo ragazzo in formazione, ma “Vidia” risente parecchio dell’influenza power prog e riesce a unire, mirabilmente, il metalcore con le atmosfere drammatiche e melodiche del power. Questo non si sente tanto nella opener “Vidia”, un po’ strana dopo un intro electro, né nella conclusiva “D.D”, troppo happy e con passaggi musicali un po’ slegati e fatti in libertà, tipo la parte a tre minuti funky e con slap di basso che trovo quantomeno non ben connessa col resto della canzone.
No, il vero potenziale degli Hatetyler si vede nelle restanti 8 canzoni, sin da “Avoid your sin”, dove udite udite, si riesce a sentire qualcosa che sia metalcore ma che non sia pop nei ritornelli e che abbia un’anima, oltre che quella conferita dal produttore. E il potenziale si conferma nel resto dei brani, con soprattutto “Swallows and crows” e la bella “Listen to my tragedy” sugli scudi, potenti e drammatiche. Si sente: questa è una band con del potenziale, perché non è il solito piattume metalcore né un mischiume di voci power e basta, né infine un supergruppo con qualche musicista che si è ingaggiato gli altri della band: è una band che ci sa fare per fatti suoi, con brani ben strutturati e interessanti.
Emerge tuttavia un difetto nell’ascolto di “Vidia”: col passare dei minuti e delle canzoni l’album è fin troppo asettico, stupisce per la prima scintilla dei generi diversi, ma poi si dimostra non essere poi chissà quanto eterogeneo, anzi si mostra omogeneo e monocromo per me, sempre con le due caratteristiche principali del metalcore e del power mescolate nelle canzoni, ma mai che siano veramente diverse tra loro, e davvero con le parti melodiche e power che sembrano solo essere una diversificazione che discosta poco e niente dal canovaccio metalcore. Non è un gran difetto, ma per un attimo ho pensato che potesse esistere un album metalcore che possa farmi innamorare, e non è questo anche se per un momento l’ho pensato.
Ciò non toglie che il cd, pur non essendo forse rivoluzionario, è fatto da musicisti che ci sanno fare e di classe, e il cui acquisto è caldamente consigliato per una volta non solo agli amanti dei generi che finiscono per “core”, ma anche per qualche amante del progressive e del power più prog. È a queste persone che mi riferisco per dare una chance a quest’album.
Track by Track
- Vidia 65
- Avoid your sin 75
- Photograph 75
- Listen to my tragedy 80
- Synapsis 75
- Awaking the end 70
- Lifenymph 75
- Swallows and crows 80
- Make me stronger 60
- D.D 65
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 80
- Qualità Artwork: 75
- Originalità: 80
- Tecnica: 75
Giudizio Finale
73Recensione di Snarl pubblicata il 26.10.2014. Articolo letto 1787 volte.
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