Recensione

Journey in time è un disco molto complesso da comprendere, questo è il suo pregio (o difetto) principale. Le dieci tracce di cui è composto l'album ci riportano a un rock glitterato e teatrale anni 70, ma questo non deve stupirci se consideriamo la biografia della band in questione. Le canzoni sono lunghe, alcune fino allo sfinimento (Empires of Steel), altre non sembrano avere un filo logico e la costante presenza di un cantato esagerato (teatrale, appunto) rendono l'ascolto un pò arduo.
Da notare che alcune canzoni sono state scritte tempo fa e c'è stato un arrangiamento "moderno" non proprio per tutte. A me il disco non ha fatto esaltare molto, ma ammetto di essere di parte. Per tale ragione, prendete il voto con le pinze e, chi di voi ha nostalgia degli anni addietro, bene, si faccia avanti e presti le sue orecchie. Chi invece, come me, ama un rock meno "patinato", passi oltre.

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