Mudstone «Scars» [2014]
Mudstone
Titolo:
Scars
Nazione:
Italia
Formazione:
Andre Strati :: Vox
Lorenzo Tucceri Cimini :: Guitars
Riccardo Dotti :: Guitars
Luca Ciuti :: Bass
Francesco Galimberti :: Drums
Genere:
Rock / Melodic Metal
Durata:
33' 56"
Formato:
CD
2014
Etichetta:
Autoproduzione
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
Arrivano al secondo cd autoprodotto chiamato “Scars”, questi milanesi Mudstone, band dal nome che (nota ironica) per il mio bagaglio culturale di geologia può tranquillamente essere tradotto in italiano con il nome di “pelite”.
I Mudstone dunque propongono un metal moderno, più groove che death melodico, con brani sempre orientati verso la compattezza e nei ritornelli puliti, ma lontani dai breakdowns e da altri elementi tipici del metalcore, e che propone 8 tracce per quasi 34 minuti di musica. Una musica che ha però il difetto di essere abbastanza ben composta ma viziata da alcune imprecisioni nell’aspetto formale, e tutto sommato con la sola conclusiva “Smiling mask” ad essere proposta in maniera del tutto convincente e senza difetti. La prima imprecisione è data dalla qualità sonora, che sbatte la voce con un volume troppo alto e che copre le chitarre quando ci sono i momenti di climax, dove il brano dovrebbe pompare per bene ma non può farlo perché non si capisce bene cosa stiano suonando le chitarre, e questo vizia la riuscita di brani altrimenti non male come la title track e “Bleed”, mentre altrove sono i ritornelli puliti cantati con una voce non sempre impeccabile, e questo è un difetto abbastanza grave visto che in questo genere musicale la voce pulita è uno dei veri punti di forza. L’ultimo difetto è il fatto che la band a singole tracce è competitiva, ma nell’insieme dell’album si rivela essere un po’ maldestra nel proporre cambi di stile compositivo. Ne sono un esempio lo stile di canzoni come “Bleed”, “Chosen” e di “Crawling feeling” che finiscono per cozzare con la pur eccellente ma non sfruttata appieno “Wasted Beauty”, che sembrava avere un andazzo più rock n roll, ma la cui competitività viene smorzata da un ritornello un po’ sottotono e da una “Disappearing” che invece tenta la carta del brano più orecchiabile esagerando però troppo con questa componente e risultando un po’ troppo zuccherosa.
Insomma: luci ed ombre. Brani belli alternati a una non ottimale resa sonora e tecnica che viziano un po’ la riuscita dell’album e che lo relegano da “buon disco underground” a “disco per soli appassionati incalliti”. Peccato.
Track by Track
- Bleed 65
- Wasted beauty 70
- Crawling feeling 65
- Scars 65
- Disappearing 60
- Chosen 65
- Drama’s end 55
- Smiling mask 70
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 60
- Qualità Artwork: 65
- Originalità: 65
- Tecnica: 60
Giudizio Finale
64Recensione di Snarl pubblicata il 09.11.2014. Articolo letto 1097 volte.
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