Hate After Rage «Killing Faith» [2014]
Hate After Rage
Titolo:
Killing Faith
Nazione:
Italia
Formazione:
Arianna Bonardi :: Vox, Keys
Andre le Roux :: Guitar, Vox
Luca Mastrodomenico :: Drums
Davide Ramati :: Bass, backing vocals
Paolo Marchetti :: Guitar, Backing vocals.
Genere:
Groove Metal / Metalcore
Durata:
40' 42"
Formato:
CD
2014
Etichetta:
Autoproduzione
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
Ancora Latina su queste pagine, e per stavolta tocca agli Hate After Rage, che arriva a questo album autoprodotto che condensa 7 tracce più intro per 41 minuti circa di musica. Ma se guardando l’immaginario della band andate a pensare ad una band metalcore, sappiate che ci siete solo in parte: la band infatti ha perlopiù un substrato musicale che certamente fa pensare a quel genere musicale, e anche a giudicare dalla foto sembra che ci troviamo di fronte a una band tipo Bring me the Horizon senza tatuaggi e con cantante donna, ma è proprio quando subentra il cantato femminile che arrivano le stranezze: tutto suona strano, perché si aggiunge una componente gothic moderna accentuata che confonde un po’ la proposta musicale della band e che decentra parecchio lo stile compositivo degli HAR.
Il fatto è che questo ibrido dev’essere per forza qualcosa di ancora troppo acerbo e probabilmente sviluppato in varie fasi di esistenza della band o di composizione, perché in realtà il risultato è una band prevalentemente gothic che si porta appresso alcune ridondanze metalcore che cozzano completamente con ciò che la cantante vuole fare, e per questo motivo questa mancanza di influenze ben amalgamate si sente. Prendiamo per esempio l’opener “Buried” e vi troverete di fronte a evidenti stridori tra i due background musicali, con una parte più gothic dove gli strumenti si limitano ad accompagnare la cantante, alternati ad altri momenti più core dove una (pessima) voce screamo fa cambiare completamente registro alla canzone. Ancora meglio si sente questo problema in “Project Osiris” e in “Out of the blue”, dove soprattutto in quest’ultima appare evidente che il progetto della band era forse ambizioso, ma al momento è prolisso e va ancora ben lavorato. Nelle ultime tre canzoni invece le influenze core praticamente diventano addizionali e gli HAR sembrano un’altra band, quasi senza ruvidità strumentali.
Insomma: forse la miscela proposta dagli Hate After Rage può un giorno funzionare, ma allo stato attuale io non capisco le idee di questi ragazzi: cosa volevano fare, gothic? Metalcore? Hanno cambiato idea col tempo? Volevano fondere i generi? Non pervenuto. Salvo i ragazzi da una bocciatura perché mi sembra necessario concedere alla band un’altra possibilità e vedere se è solo una questione di tempo e maturazione, ma che sia chiaro: la sufficienza che do è più che altro d’incoraggiamento.
Track by Track
- Hypnotic (Intro) S.V.
- Buried 60
- Project Osiris 60
- Out of the blue 60
- July is the best month 60
- Just 65
- Salvation 65
- Black Friars (Bonus track) 65
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 65
- Qualità Artwork: 55
- Originalità: 60
- Tecnica: 65
Giudizio Finale
61Recensione di Snarl pubblicata il 10.11.2014. Articolo letto 893 volte.
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