Divahar «Divarise» [2014]

Divahar «Divarise» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
11.11.2014

 

Visualizzazioni:
1326

 

Band:
Divahar
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Titolo:
Divarise

 

Nazione:
Armenia

 

Formazione:
Dev :: Vocals
Urubani :: Guitars
Skadi :: Guitars
Freya :: Bass

 

Genere:
Black Metal

 

Durata:
43' 59"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
06.10.2014

 

Etichetta:
Sleaszy Rider Records
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Non capita spesso di trovare una band black metal al femminile, tantomeno proveniente dall’Armenia, e diventa quasi una cosa unica se si aggiunge il fatto che il black metal proposto dalle Divahar non è neanche qualcosa di debitore alla Cradle of Filth o compagnia vampirica.
No: il punto di riferimento delle Divahar sono nientemeno che i Limbonic Art di “In abhorrence dementia” e di “Ad Noctum”, magari solo con un po’ meno bpm per fare in maniera tale che le parti di batteria siano umanamente suonabili. L’opener “Shadows” è livida e tirata, ma ancora meglio è “Blindness”, malvagia e aggressiva, pur se mitigate entrambe da alcuni stacchi strumentali e orchestrali, di cui probabilmente i più perfezionisti potrebbero notare che si tratta evidentemente di un “violino” suonato dalla tastiera. Per il resto, le DIvahar non sono solo questo e anzi il cd è eterogeneo, e passa per “Call of the fire”, più maestoso e cadenzata, “Ravenstone” più grigia, epica e meno veloce, nonché per l’evocativa “Insane silence”, a coronazione di un album che il 44 minuti praticamente non conosce battute d’arresto (tranne forse “Into the heights”) e che mi convince per la compattezza nelle parti veloci e l’eterogeneità delle atmosfere.
Difetti? Sì, forse il fatto che per quanto le atmosfere siano diverse, forse il cd tende a suonare molto senza compromessi e a continuare a menare forte senza provare a fare cose più ragionate o su tempi lenti, o anche episodi puramente black metal senza orchestrazioni. Personalmente non è un problema, ma forse per questo motivo “Divarise” potrebbe deludere chi cerca più completezza dagli album. Per il resto, niente da dire, tranne che a me questo cd è piaciuto un sacco per uno stile compatto e che ho sempre apprezzato, e che consiglierei soprattutto a chi non ha mai dimenticato bands come Limbonic Art, Tidfall o gli Emperor più feroci. E fidatevi, il sesso dei membri della band non è per nulla rilevante.

Track by Track
  1. Shadows 80
  2. Blindness 85
  3. Call of the fire 80
  4. Alien 80
  5. Ravenstone 80
  6. Into the heights 70
  7. Areakan 75
  8. Insane silence 80
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 75
  • Originalità: 80
  • Tecnica: 80
Giudizio Finale
78

 

Recensione di Snarl pubblicata il 11.11.2014. Articolo letto 1326 volte.

 

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