The Black Rain «Water Shape» [2014]
Recensione
Il secondo album dei Bolognesi The Black Rain si chiama “Water Shape” e manifesta la voglia, ancor di più del primo album, di proporre del buon vecchio Rock n Roll che davvero male non fa mai, alternato a punte sporadiche di grunge e di Southern Rock, queste ultime più rare.
A dire la verità è facile farsi pregiudizi su quest’album, per via di una copertina davvero anonima e anche per via di alcuni titoli delle canzoni che ti fanno porre dei dubbi, tra cui su tutti spicca “(S)he’s so amazing”, che francamente lo trovo abbastanza imbarazzante. Detto questo, però, l’ascolto dell’album è gradevole: le prime tre canzoni infatti mostrano un rock n roll probabilmente già collaudato e classico nella forma, ma non per questo che non apprezziamo, con l’opener “Shadows” contraddistinta da un ritornello vivace e simpatico e molto stile eighties, mentre “Mesmerize” manifesta una delle poche influenze southern presenti nell’album, mentre “Rock n Roll Guy” è più melodica e pacata, forse da singolo, ma non per questo non apprezzabile, fino ad arrivare a quello che è per me l’highlight del disco, cioè “Robert Johnson”, che a dispetto del titolo non è un tributo country/blues al celebre artista, ma un brano rock n roll molto duro e efficace, stile Motorhead addirittura. Da qui in poi le influenze eighties di “Brand new shoes” si alternano ad altre più grunge e nineties, come ad esempio nella ballad “Times of trouble” e nei brani successivi. Conclude l’album una “Flamenco Dancer” più nella media e una “King of stones” francamente un po’ insipida.
Ne risulta dunque un album senz’altro simpatico e apprezzabile, ma che mi ha sempre lasciato il dubbio di “non imprescindibile”, e non per la qualità delle canzoni, quanto perché la band mi suona un po’ che va sul sicuro e che esagera poco. Avrei preferiti più assoli e magari anche dei suoni più “in your face”, come gli eighties hanno insegnato, e probabilmente anche un po’ meno passaggi intricati strumentalmente ma anche un po’ fini a sé stessi, come l’interessante ma alla fine non imprescindibile assolo di chitarra in “Flamenco Dancer” e l’assolo di basso nella stessa canzone.
Insomma: l’album è buono e tranquillamente godibile, consigliabile a chiunque cerca un album rock n roll underground, anche se alla band vorrei consigliare, come piccolo appunto, il fatto di osare un po’ di più e di dare più sfogo alla vena tamarra e arrogante che è in loro. Se il rock n roll è il vostro genere, aggiungete cinque punti al giudizio finale.
Track by Track
- Shadows 70
- Mesmerize 70
- Rock n Roll Guy 70
- (S)he’s so amazing 70
- Robert Johnson 75
- Times of trouble 70
- Brand new shoes 70
- Without love 65
- Flamenco Dancer 65
- Naked (Intermezzo) S.V.
- King of stones 60
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 70
- Qualità Artwork: 55
- Originalità: 65
- Tecnica: 70
Giudizio Finale
66Recensione di Snarl pubblicata il 07.12.2014. Articolo letto 1978 volte.
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