Machine Gun Kelly «Lady Prowler» [2014]

Machine Gun Kelly «Lady Prowler» | MetalWave.it Recensioni

Autore:
Snarl »

Recensione Pubblicata il:
20.12.2014

Band:
Machine Gun Kelly

Titolo:
Lady Prowler

Nazione:
Italia

Formazione:
Machine Gun Miche :: vocals
Manfre :: guitar
Jan :: guitar and backing vocals
Jesse :: bass and backing vocals
Alabarda :: drums.

Genere:
Hard Rock'N'Roll

Durata:
45' 31"

Formato:
CD

Data di Uscita:
10.06.2014

Etichetta:
Beyond... Productions

Distribuzione:
Masterpiece Distribution

Agenzia di Promozione:
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Recensione

Ancora Beyond Productions e secondo album Hard Rock per questi Savonesi Machine gun kelly, che condensano 45 minuti e mezzo di musica in dieci tracce contenute appunto in questo Lady Prowler.
Sicuramente l’album è diretto, senza troppi orpelli, né intro né outro, e soprattutto ci evita lungaggini tipiche dei rookie di questo genere, nonché le scontate partiture da dilettanti tipiche delle bands che vogliono solo fare un disco di tributo, più o meno. Fortunatamente questo è un bene, e i MGK riescono ad eccellere da questo punto di vista, con una title track e una “It’s a jungle” che ci convincono di più di tutte a livello compositivo, dove la band riesce a coniugare divertimento e brani orecchiabili per quanto grintosi, e tra l’altro a tratti si sente anche un pochino di metal, a dimostrazione che la band veniva appunto da quel genere musicale nel suo passato, e si può sentire anche in canzoni come “Need for speed”. Non sono i riffs il punto di forza della band, ma l’arrangiamento dei brani e una voce potente anche se non perfetta in quanto a intonazione a volte, il tutto rende i brani appunto non originalissimi magari, ma perlomeno convincenti. Infatti, per tutto l’ascolto dell’album la band non è di manica larga in quanto a scariche di adrenalina nonostante si sente che lo vuole fare, e per quanto i MGK ci provino, restano pur sempre una band della quale all’ascolto dell’album si cerca una certa originalità che a volte c’è e altre no, come “Bad fun city” che sinceramente sembra un outtake di qualche album dei Guns n Roses, mentre altre volte lo spettro dei Poison aleggia un po’ ingombrante. Probabilmente l’unico appunto che posso fare a quest’album è che la band dovrebbe osare un po’ di più ed essere più selettiva coi riffs, che secondo me dall’aggiustamento di questo particolare migliorerebbe di un bel po’.
In conclusione: probabilmente non del tutto all’altezza delle bands glam/rock contemporanee europee e underground provenienti dall’estero, ma i Machine Gun Kelly hanno fatto un album che potrebbe ben meritare la vostra attenzione se siete fans del rock underground. Provate a dargli una chance.