Dominhate «Towards The Light» [2014]
Recensione
Buon disco di debutto per i Deathsters da Pordenone chiamati Dominhate, che registrano per la piccola ma efficiente The Spew Records, e che in circa 41 minuti di musica ci regalano 9 brani più intro di un death metal furibondo e massiccio, in piena scuola americana, come piace a me! Lo stile di questi ragazzi è un death metal molto ispirato nei riffs, con continui rimandi qualche volta agli Hate Eternal del secondo album, ed altre ai Morbid Angel di “Dominate” (no, non è il nome della band ad avermi influenzato).
Spesse volte la band convince proprio per delle partiture violente che sanno come schiacciare tutto usando un lavoro di batteria molto buono ma mai sovrabbondante, dei riffs ben suonati, e una voce abbastanza in stile Steve Tucker a condire un piatto incandescente e soprattutto che certamente può interessare ai nomi del death metal underground locale, e così vi ritroverete a gioire di una opener violenta e aggressiva come “The light of the last legion” o nel mid tempo dinamitardo di “The new wave of domination”, o anche in quello lento soffocante della quinta “The first seed”, che lascia da parte le influenze succitate per abbandonarsi a partiture lente e spettrali più vicine agli Incantation, ed è proprio qui che i Dominhate sfoggiano le loro carte migliori, come in “Obscure the call of salvation”, dove le parti lente donano alla canzone un senso di inesorabile davvero da incorniciare. Ne risulta dunque un album davvero gradevole, eppure tutto sommato solo buono.
Come mai quest’ultima frase? Perché nonostante il grosso impegno della band, manca ancora un po’ di quell’inventiva e di quella pazzia sonora che trasformano un cd death metal in un delirio sovrumano, in altre parole avrei ben visto assoli straripanti alla Morbid Angel o alla Angelcorpse e meno spezzettamenti di tempi, che rendono le canzoni dalla sesta all’ottava compresa buone ma meno a fuoco, dove troppi cambi di tempo rendono le canzoni meno scorrevoli e quasi che vanno a ricercare troppa tecnica, cosa sgradevole in un genere dove l’impatto in your face è tutto, e per concludere, ho anche trovato riffs un po’ meno a fuoco, tipo l’inizio della terza canzone.
In conclusione: non fraintendetemi: l’album resta pur sempre potente e godibile, ma di nicchia. I difetti notati non lo rendono brutto, ma qualcosa che comunque è retaggio di altre bands e che di per sé deve osare di più, anche i suoi momenti mozzafiato ce l’ha, tra cui soprattutto quelli lenti. L’acquisto del disco è consigliato se siete amanti davvero sfegatati del death metal americano, dei Morbid Angel e per i collezionisti di dischi di questo genere musicale. Per quel che mi riguarda: non male, ma possono fare di meglio.
Track by Track
- Towards the light (Intro) S.V.
- The light of the last legion 75
- In The Principle The Great Sleep 75
- The New Wave Of Domination 75
- The First Seed 75
- The Essence Of Choice 70
- Perception 70
- Obscure The Call Of Salvation 70
- King without crown 70
- Redemption Of One 70
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 75
- Qualità Artwork: 75
- Originalità: 65
- Tecnica: 75
Giudizio Finale
72Recensione di Snarl pubblicata il 03.01.2015. Articolo letto 2220 volte.
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