Hate Inc. «Bipolar Spectrum Disoder» [2013]

Hate Inc. «Bipolar Spectrum Disoder» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Susie Ramone »

 

Recensione Pubblicata il:
06.01.2015

 

Visualizzazioni:
2144

 

Band:
Hate Inc.
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Titolo:
Bipolar Spectrum Disoder

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Vincent Vega: vocals, guitars, synths, drum machine; Will Mars: keys, backing Vocals; Narko'$: guitar, backing vocals; Dave Bundy: drums; Stuart Slate: bass.

 

Genere:
Industrial Rock

 

Durata:
50' 16"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
27.09.2013

 

Etichetta:
Autoproduzione

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

L'essenza dei tarantini Hate Inc. è costituita da un sound industrial metal dominato dall'uso dei synth e da linee vocali strutturanti. Il progetto nasce infatti da un'idea di Vincent Vega, cantante e musicista che suona prevalentemente synth e drum machine e conferisce al gruppo la sua identità creativa. Il secondo album della band, “Bipolar Spectrum Disorder” del 2013 e autoprodotto, consacra gli Hate Inc. nella scena underground italiana per il coraggio della sperimentazione e la spontaneità libertaria. L'ispirazione c'è, anche se in alcuni punti le melodie e i riff rischiano di risultare un po' piatti e di cadere nel già sentito. Non mancano, comunque, alcuni spunti interessanti che andrebbero sviluppati – secondo chi scrive – in una direzione musicale un più precisa.
Il cd si apre con “Antichrisis”, song caratterizzata da synth predominanti anche nel ritornello, da una costruzione lirica alla Dave Mustaine e da potenti riff di chitarra: rabbia fortemente limata da inserti power metal e che sfiorano persino il pop. Canzone nel complesso ispirata ma banale in alcuni passaggi.
Bel ritmo per “Eternal Return”, che ricorda il thrash metal di Alice Cooper, mentre “Big Brother” ricorda le melodie dei Type O Negative che però si perde un po' per strada: potenza che rimane in superficie insomma.
Anche “Benzodiazepine” inizia con effetti di synth che predominano in tutta la struttura sonora, assumendo poi inaspettati ritmi funky (addirittura!). Originale per la sperimentazione e l'uso particolare del basso - indubbiamente - ma non è una song bellissima poiché appare eccessivamente esasperata e prolissa: un lungo lamento depressivo.
Troppi mix di generi musicali diversi, poi, anche per “Hangover Army” che, nonostante la generale piattezza, brilla in alcuni punti per la spontaneità compositiva, mentre come stile vocale ritroviamo un Dave Mustaine “domato”.
Incipit di synth e voce come per la maggior parte dei brani di questo disco anche per “Deathfloor”, che ricorda molto “Disco Bloodbath Boogie Fever” di Alice Cooper: carina, ballabile, ma ripetitiva e già sentita. Troppo finta ed elementare è “Extra- ordinary Life”, mentre molto ispirata e potente è “L'odio di Cesar”. Da questo punto in poi, infatti, l'album degli Hate Inc. acquista punti. La song è potente, sentita, ispirata e rabbiosa. Trasmette emozioni. E' cantata per lo più in italiano: qui Vincent Vega ricorda il Piero Pelù dei primi Litfiba, tanto che, secondo il parere di chi scrive, gli Hate Inc. probabilmente renderebbero di più con canzoni in madrelingua. Canzone seducente, comunque, che ricorda la rabbia del Morgan de “L'Eretico” e dei Linea 77. Peccato per le parolacce gratuite. Anche le sonorità sono alla Litfiba degli anni gloriosi.
Ritmi interessanti, inoltre, per “Heresy”, dal finale non scontato e bella anche “Leviathan”: sound alla Sepultura addolcito dalle melodie del synth. E' una canzone armoniosa, un melodic metal sentito, con gradevoli riff di chitarra e chiusura imprevista.
Decisamente bella nella sua semplicità è “No Love”, che ricorda lo struggimento melodico dei Type O Negative e, perchè no, il romaticismo dei The Rasmus.
L'album si chiude con la song che da il titolo all'intero lavoro degli Hate Inc. : “Bipolar Spectrum Disorder”. L'incipit è costituito da accordi di synth: epica, stile ballad alla Metallica, un po' piatta nello svolgimento ma poi, nel finale, sempre il synth conferisce raffinatezza ed espressività trasmettendo il senso dell'ossessione, tema centrale della song e dell'intero cd, non senza ricordare soavemente e lontanamente il maestro Simonetti.
Una chicca gradita, è poi la cover di “By This River di Brian Eno. Un omaggio che da Vincent Vega c'era d'aspettarsi.

Track by Track
  1. Antichrisis 50
  2. Eternal Return 70
  3. Big Brother 55
  4. Benzodiazepine 70
  5. Hangover Army 55
  6. Deathfloor 50
  7. Extra-ordinary Life 50
  8. L'Odio di Cesar 75
  9. Heresy 70
  10. Leviathan 75
  11. No Love 75
  12. Bipolar Spectrum Disorder 75
  13. By This River (bonus track) 70
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 75
  • Qualità Artwork: 75
  • Originalità: 75
  • Tecnica: 75
Giudizio Finale
67

 

Recensione di Susie Ramone pubblicata il 06.01.2015. Articolo letto 2144 volte.

 

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