Divine Ascension «Liberator» [2014]

Divine Ascension «Liberator» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
26.01.2015

 

Visualizzazioni:
2182

 

Band:
Divine Ascension
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Titolo:
Liberator

 

Nazione:
Australia

 

Formazione:
Jennifer Borg :: Vocals
Karl Szulik :: Guitars
Robb Inglis :: Guitars
Luke Wenczel :: Drums
David Van Pelt :: Keys
Jason Meracis :: Bass

 

Genere:
Progressive Metal

 

Durata:
1h 4' 21"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
21.11.2014

 

Etichetta:
Vicisolum Productions
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Nuovo secondo album per gli Australiani da Melbourne Divine Ascension, potente gruppo che in questo nuovo “Liberator” ci propone ben 12 tracce per più di un’ora di una musica che, semplicisticamente, si potrebbe definire come una specie di Nightwish meno power e più progressive.
Sembra poco detta così, ma in realtà “Liberator” ha dalla sua il fatto di essere un album ben ispirato a livello di songwriting, che si sente sin dall’opener “Dawn brings no mercy”, e che poi evolve nelle molto buone e da singolo “Stronger” e “Machine”, che sono anche le canzoni migliori dell’album. Saranno anche ruffiane quanto si vuole, ma la prima di queste è formalmente fatta in una maniera ineccepibile, mentre l’altra ha un ritornello riuscitissimo e vanta anche una orecchiabilità spiccatissima. Non male anche “Sorrow’s Sacrifice”, che comincia pure con un bel tocco di violino, e che consiste in una ballad strappalacrime e romantica, e la title track, più tipicamente Nightwish, che controbilancia invece la canzone più power prog di tutte, cioè “The final stand”.
Insomma, formalmente l’album è fatto benissimo, è comunicativo e sicuramente parecchio godibile per chi ama questo metal moderno e sinfonico, che al limite come unico difetto ha il fatto di essere un po’ diluito nella seconda parte dell’album. Ovvio che qualche canzone più filler, in un’ora di musica, ci potesse stare, eppure invece di un’altra ballad (la quinta canzone, l’ottava e l’undicesima, per la precisione, lo sono) francamente avrei preferito una canzone o due che donassero eterogeneità all’album, che invece così è un po’ monodirezionale. Non è la fine del mondo, ovviamente, e ciò non intacca che in parte il voto. Come detto sopra, se siete fans di queste sonorità, un songwriting brillante e una perfezione formale praticamente ineccepibile rendono quest’album molto raccomandabile.

Track by Track
  1. Dawn brings no mercy 80
  2. Stronger 80
  3. Liberator 80
  4. My contender lies 75
  5. Sorrow’s sacrifice 80
  6. Crystal tears 75
  7. Machine 80
  8. Red sky 75
  9. The final stand 75
  10. Hideaway 70
  11. Memoria’s longing 70
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 80
  • Originalità: 75
  • Tecnica: 75
Giudizio Finale
77

 

Recensione di Snarl pubblicata il 26.01.2015. Articolo letto 2182 volte.

 

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