Deaf Eyes «Deaf Eyes» [2014]
Recensione
Disco di debutto per questa band post metal strumentale da Pistoia chiamata DeafEyes, che in quest’album ci propone 8 tracce per l’appunto strumentali ripartite in poco più di 36 minuti di musica. Molte bands si confrontano con questo stile musicale, e particolarmente i DeafEyes lo fanno con sonorità oscure e psichedeliche, come dicono loro, ma in questo album il risultato non va oltre il “carino”.
Perché i DeafEyes sono una band che per quanto ci prova e ci riprova, compone qualche buona canzone come l’apocalittica “Black canvas”, tetra e convincente, o come la veramente buona “The eyes of regret”, dal soundscape interessante e dal main riff riuscito, o anche come “Draining sun”, che invero è una canzone dal soundscape non molto diverso da quello già sentito nella quarta canzone, ma che tuttavia resta una canzone riuscita. Il resto invece vivacchia. Il fatto è che nelle altre canzoni non si va oltre uno status di “ok ma per nulla imprescindibile”, con la seconda e la terza canzone che perdono molto di questo stile oscuro e psichedelico e inoltre non suonano neanche molto pesanti, dando il solito sgradevole feeling di brano che si poteva sviluppare di più ma non è stato fatto. della parte finale dell’album invece lascerei passare solo “The withered”, effettivamente oscura e con una buona timbrica angosciante e che evolve in un riff più oscuro, mentre per il resto “Commiserate” è roba già sentita e “Red desert lullaby” è poco più che un unico riff solista che viene un po’ variato nell’arco della canzone, e poco o nient’altro.
Insomma: non sappiamo se questo sia anche il debutto assoluto dei DeafEyes, in tal caso l’album potrebbe essere discreto in quanto acerbo, mentre altre volte ho il feeling che la band è così perché ha poco potenziale per ora. Non saprei dirlo. Per ora tuttavia, come detto, l’album rimane da me giudicato come “carino”, nel senso che sì, ci sono delle belle canzoni, ma più o meno si rimane là, e ci sono anche parti della musica dei DeafEyes che sono ancora poco speciali. Acquisto del disco consigliato solo ai collezionisti sfegatati di questo genere musicale e nulla più, anche se a volte fa ben sperare.
Track by Track
- Black canvas 75
- Mirrors 65
- Orbits 65
- The eyes of regret 75
- Draining sun 70
- Red desert lullaby 60
- The withered 70
- Commiserate 60
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 70
- Qualità Artwork: 70
- Originalità: 65
- Tecnica: 70
Giudizio Finale
68Recensione di Snarl pubblicata il 09.03.2015. Articolo letto 1951 volte.
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