Krokodil «Nachash» [2014]

Krokodil «Nachash» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Jezebel »

 

Recensione Pubblicata il:
10.04.2015

 

Visualizzazioni:
1035

 

Band:
Krokodil
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Titolo:
Nachash

 

Nazione:
U.k.

 

Formazione:
Simon Wright - Vocals
Laurent Barnard - Guitar
Daniel P. Carter - Guitar
Alessandro Venturella - Guitar
James Leach - Bass
Dan Foord - Drums

 

Genere:
Metal

 

Durata:
45' 0"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
11.11.2014

 

Etichetta:
SpineFarm Records
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Universal Music Group
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
Nee-Cee Agency
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Recensione

Nachash è il debut album del supergruppo inglese Krokodil, nato nel 2011 e composto da nomi noti della scena metal e hardcore internazionale. A metà strada tra il metal, il post-hardcore, sonorità ibride e tratti di innovazione, lo stile della band è molto solido, asciutto ma altrettanto variegato e curato nei particolari. La presenza di tre chitarre non appesantisce il discorso sonoro dei Krokodil ma lo rende cristallino, grazie alla compattenza dei riff che spesso tendono alla precisione matematica e conservano la giusta flessibilità per intrecciarsi e convivere con la sezione ritmica. Quest'ultima risulta creativa e cangiante, con l'inserimento di dinamiche e cambi tempo che donano dinamicità e carattere ai dodici brani contenuti in Nachash. Le vocals d'altro canto si fanno strada nel fitto tessuto sonoro, devastando con discrezione e tenacia sin dal primo brano "Shatter", nel quale la band sfodera tecnicismi, controtempi di ottima fattura e aperture progressive. In "Dead Man's Path" riff e ritmiche combattive fomentano le vocals aggressive. La potente "A Life Lived in Copper, but Painted in Gold", è una matriosca sonora che esplode letteralmente nello pseudo refrain. "Skin of the Earth" e "Reptilia Familiar" si avvalgono di sonorità e strutture old school mentre "Porcelain Bones" è più inquieta, infestata dalle vocals in rilievo. In Nachash trovano spazio anche brani come "The Collapse", in cui si alternano momenti di quiete ipnotica e altri di tempestosa distorsione e "Sleep Well, Medusa", in cui la ritmica disfunzionale incontra umori e struttura dissonanti. L'album termina con tre brani: "Sun Riders", che vede la collaborazione di Simon Neil, "Sobek", maestosa, dalle atmosfere quasi epic e "Phyllotaxis" dalle ritmiche e vocals restless, che riescono ad essere contmporaneamente eteree e massicce. In Nachash sono presenti diversi approcci e diverse esperienze musicali, che i Krokodil hanno saputo rielaborare e potenziare, creando un lavoro innovativo ma anche in linea con le tendenze postmetal odierne.

Track by Track
  1. Shatter 80
  2. Skin of the Earth 75
  3. Dead Man's Path 75
  4. A Life Lived in Copper, but Painted in Gold 85
  5. Reptilia Familiar 75
  6. Porcelain Bones 80
  7. The Collapse 75
  8. Sleep Well, Medusa 75
  9. Ragnarock S.V.
  10. Sun Riders 75
  11. Sobek 80
  12. Phyllotaxis 80
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 85
  • Qualità Artwork: 90
  • Originalità: 75
  • Tecnica: 85
Giudizio Finale
80

 

Recensione di Jezebel pubblicata il 10.04.2015. Articolo letto 1035 volte.

 

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