Krokodil «Nachash» [2014]
Recensione
Nachash è il debut album del supergruppo inglese Krokodil, nato nel 2011 e composto da nomi noti della scena metal e hardcore internazionale. A metà strada tra il metal, il post-hardcore, sonorità ibride e tratti di innovazione, lo stile della band è molto solido, asciutto ma altrettanto variegato e curato nei particolari. La presenza di tre chitarre non appesantisce il discorso sonoro dei Krokodil ma lo rende cristallino, grazie alla compattenza dei riff che spesso tendono alla precisione matematica e conservano la giusta flessibilità per intrecciarsi e convivere con la sezione ritmica. Quest'ultima risulta creativa e cangiante, con l'inserimento di dinamiche e cambi tempo che donano dinamicità e carattere ai dodici brani contenuti in Nachash. Le vocals d'altro canto si fanno strada nel fitto tessuto sonoro, devastando con discrezione e tenacia sin dal primo brano "Shatter", nel quale la band sfodera tecnicismi, controtempi di ottima fattura e aperture progressive. In "Dead Man's Path" riff e ritmiche combattive fomentano le vocals aggressive. La potente "A Life Lived in Copper, but Painted in Gold", è una matriosca sonora che esplode letteralmente nello pseudo refrain. "Skin of the Earth" e "Reptilia Familiar" si avvalgono di sonorità e strutture old school mentre "Porcelain Bones" è più inquieta, infestata dalle vocals in rilievo. In Nachash trovano spazio anche brani come "The Collapse", in cui si alternano momenti di quiete ipnotica e altri di tempestosa distorsione e "Sleep Well, Medusa", in cui la ritmica disfunzionale incontra umori e struttura dissonanti. L'album termina con tre brani: "Sun Riders", che vede la collaborazione di Simon Neil, "Sobek", maestosa, dalle atmosfere quasi epic e "Phyllotaxis" dalle ritmiche e vocals restless, che riescono ad essere contmporaneamente eteree e massicce. In Nachash sono presenti diversi approcci e diverse esperienze musicali, che i Krokodil hanno saputo rielaborare e potenziare, creando un lavoro innovativo ma anche in linea con le tendenze postmetal odierne.
Track by Track
- Shatter 80
- Skin of the Earth 75
- Dead Man's Path 75
- A Life Lived in Copper, but Painted in Gold 85
- Reptilia Familiar 75
- Porcelain Bones 80
- The Collapse 75
- Sleep Well, Medusa 75
- Ragnarock S.V.
- Sun Riders 75
- Sobek 80
- Phyllotaxis 80
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 85
- Qualità Artwork: 90
- Originalità: 75
- Tecnica: 85
Giudizio Finale
80Recensione di Jezebel pubblicata il 10.04.2015. Articolo letto 1035 volte.
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