Tome of the Unreplenished «Innerstanding» [2015]

Tome Of The Unreplenished «Innerstanding» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
11.04.2015

 

Visualizzazioni:
784

 

Band:
Tome of the Unreplenished
[MetalWave] Invia una email a Tome of the Unreplenished [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di Tome of the Unreplenished [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina BandCamp di Tome of the Unreplenished

 

Titolo:
Innerstanding

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Hermes :: All

 

Genere:
Atmospheric Black Metal / Ambient

 

Durata:
39' 56"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
30.03.2015

 

Etichetta:
I, Voidhanger Records
[MetalWave] Invia una email a I, Voidhanger Records [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di I, Voidhanger Records [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di I, Voidhanger Records [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Twitter di I, Voidhanger Records

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Il debutto della one man band cipriota Tome of The Unreplenished è il tipico caso di “disco ben congegnato ma mal realizzato”. L’idea era semplice: moods semplici e stentorei, naturali e selvatici a formare una musica proposta come atmospheric black metal, ma che in realtà per la voce parlata più che strillata e un sound molto semplice, si potrebbe parlare di una specie di epic black metal, più epic che black.

La realtà è che sin dall’opener dopo l’intro “Take me to the stars”, l’atmosfera viene in parte danneggiata da una drum machine troppo alta, fin troppo monocorde, senza fill e con cambi di tempi fin troppo meccanici, e già questo danneggia la riuscita dei brani, che invece avrebbero bisogno di un sound più curato e di arrangiamenti più cesellati per far risaltare le composizioni. Pertanto tutto i brani per tutta la durata vengono sostenuti dalla chitarra, che in effetti esegue dei bei riffs, e ad esempio nella quarta e nella sesta canzone i moods sono davvero ben fatti, così come nella crepuscolare e doom oriented “The processional march”, ma questo punto a favore non basta se c’è di fatto solo questo e nient’altro: la mancanza significativa di arrangiamento e di cura dei dettagli zavorrano fortemente i brani, che per questo motivo risultano essere, come già detto, magari ben pensati e dalle buone intenzioni, ma con una trasposizione in musica che non è altro che appena discreta, e con soluzioni stilistiche di arrangiamento davvero elementari e appena abbozzate; ne siano un esempio la terza canzone che va bene in quanto a linee di chitarra, ma che termina troncata e che soprattutto finisce anche un po’ dove era iniziata, segno che Hermes, master mind della band, sa senz’altro centrare un mood ma non sempre sa variarlo o costruirgli qualcosa di decente intorno.

Insomma: poteva essere una bomba di cd di metal a metà tra l’atmosferico e qualcosa più black metal, ma è uscita fuori una cosa magari anche carina ma molto di nicchia e dal feeling underground, che lascia l’amaro in bocca per il forte senso di “Ciò che poteva essere e non è successo”.

Track by Track
  1. Anima mundi - Intro S.V.
  2. Take me to the stars 60
  3. Emanation of the purest essence 65
  4. Transcended body 70
  5. Planetary Transmission - Intermezzo S.V.
  6. A monument in time 65
  7. The processional march 70
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 60
  • Qualità Artwork: 55
  • Originalità: 60
  • Tecnica: 60
Giudizio Finale
62

 

Recensione di Snarl pubblicata il 11.04.2015. Articolo letto 784 volte.

 

Articoli Correlati

News
  • Spiacenti! Non sono disponibili altre notizie correlate.
Recensioni
  • Spiacenti! Non sono disponibili Recensioni correlate.
Interviste
  • Spiacenti! Non sono disponibili Interviste correlate.
Live Reports
  • Spiacenti! Non sono disponibili Live Reports correlati.
Concerti
  • Spiacenti! Non sono disponibili concerti correlati.