Tome of the Unreplenished «Innerstanding» [2015]
Recensione
Il debutto della one man band cipriota Tome of The Unreplenished è il tipico caso di “disco ben congegnato ma mal realizzato”. L’idea era semplice: moods semplici e stentorei, naturali e selvatici a formare una musica proposta come atmospheric black metal, ma che in realtà per la voce parlata più che strillata e un sound molto semplice, si potrebbe parlare di una specie di epic black metal, più epic che black.
La realtà è che sin dall’opener dopo l’intro “Take me to the stars”, l’atmosfera viene in parte danneggiata da una drum machine troppo alta, fin troppo monocorde, senza fill e con cambi di tempi fin troppo meccanici, e già questo danneggia la riuscita dei brani, che invece avrebbero bisogno di un sound più curato e di arrangiamenti più cesellati per far risaltare le composizioni. Pertanto tutto i brani per tutta la durata vengono sostenuti dalla chitarra, che in effetti esegue dei bei riffs, e ad esempio nella quarta e nella sesta canzone i moods sono davvero ben fatti, così come nella crepuscolare e doom oriented “The processional march”, ma questo punto a favore non basta se c’è di fatto solo questo e nient’altro: la mancanza significativa di arrangiamento e di cura dei dettagli zavorrano fortemente i brani, che per questo motivo risultano essere, come già detto, magari ben pensati e dalle buone intenzioni, ma con una trasposizione in musica che non è altro che appena discreta, e con soluzioni stilistiche di arrangiamento davvero elementari e appena abbozzate; ne siano un esempio la terza canzone che va bene in quanto a linee di chitarra, ma che termina troncata e che soprattutto finisce anche un po’ dove era iniziata, segno che Hermes, master mind della band, sa senz’altro centrare un mood ma non sempre sa variarlo o costruirgli qualcosa di decente intorno.
Insomma: poteva essere una bomba di cd di metal a metà tra l’atmosferico e qualcosa più black metal, ma è uscita fuori una cosa magari anche carina ma molto di nicchia e dal feeling underground, che lascia l’amaro in bocca per il forte senso di “Ciò che poteva essere e non è successo”.
Track by Track
- Anima mundi - Intro S.V.
- Take me to the stars 60
- Emanation of the purest essence 65
- Transcended body 70
- Planetary Transmission - Intermezzo S.V.
- A monument in time 65
- The processional march 70
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 60
- Qualità Artwork: 55
- Originalità: 60
- Tecnica: 60
Giudizio Finale
62Recensione di Snarl pubblicata il 11.04.2015. Articolo letto 784 volte.
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