Spectral Forest «The Roots of Disobedience» [2015]

Spectral Forest «The Roots Of Disobedience» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
14.04.2015

 

Visualizzazioni:
1023

 

Band:
Spectral Forest
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Titolo:
The Roots of Disobedience

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
BzLsd :: Guitar
Murmur :: Guitar, Vocals
S. Montagna :: Bass
M. Montagna :: Drums

 

Genere:
Black Metal

 

Durata:
29' 31"

 

Formato:
EP

 

Data di Uscita:
21.03.2015

 

Etichetta:
Autoproduzione

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Ritornano gli Spectral Forest, band di Viterbo che dopo alcuni demo tra il 2000 e il 2003 si riforma e ripropongono un nuovo EP, cioè questo “The roots of disobedience”, che alterna 3 brani nuovi (la terza, la quarta e la sesta canzone) a 3 brani vecchi riproposti, per un risultato che dura poco meno di mezz’ora. Ora: alcuni dei brani vecchi già li conoscevo in quanto anche in passato provai a sentirla, ma sfortunatamente questo è il lato meno felice degli SF: la band ci prova e ci prova, tira fuori molti riffs, alcuni banali e altri no, ma mostra più idee che talento, i brani mancano di potenza e soprattutto non sono neanche così black metal. Anzi, il fatto di essere più dinamici li fa perfino assomigliare a qualcosa del death melodico più atmosferico, una cosa tipo primi Dark Tranquillity e In Flames, ma con neanche la metà della qualità.
Si migliora leggermente con i brani nuovi, fortunatamente. Va detto che qui il problema di sputare riffs in continuazione persiste, ma per quanto esistano ancora delle battute a vuoto, gli SF riescono a trovarci un maggiore senso logico, e si nota una maggior compattezza in “Blackstorms land” e una maggior scorrevolezza ed efficacia nella quarta “Ecclesiastical shameful”, che comunque ribadisce il concetto che spesso la band non suona black metal e anzi è più death.
In conclusione: un miglioramento tangibile c’è nei nuovi brani, ma gli Spectral Forest sono un tipico caso di “band che prova a fare un genere, ma che si sente che gli viene naturale farne un altro” e che per questo motivo a volte azzecca certi passaggi, altre volte decisamente meno, mostrandosi potenzialmente buona ma fin troppo poco selettiva della sua musica, che oltre una sufficienza di fondo non va molto più in là, almeno per me. Occorre lavorare sul feeling dell’intera canzone e meno sulla dinamicità.

Track by Track
  1. Impure essence from darkness 60
  2. The witch behind the moon 55
  3. Blackstorms land 65
  4. Ecclesiastical shameful 65
  5. The spectral forest 55
  6. New Horrible World 65
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 60
  • Qualità Artwork: 65
  • Originalità: 60
  • Tecnica: 65
Giudizio Finale
62

 

Recensione di Snarl pubblicata il 14.04.2015. Articolo letto 1023 volte.

 

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