Anger at Dusk «Anger at Dusk» [2014]

Anger At Dusk «Anger At Dusk» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Wolverine »

 

Recensione Pubblicata il:
19.04.2015

 

Visualizzazioni:
1305

 

Band:
Anger at Dusk
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Titolo:
Anger at Dusk

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
- Stefano Mainini :: Vocals;
- Mattia Dambrosio :: Guitar;
- Giacomo Lorioli :: Guitar, Backing vocals;
- Luca Porzio :: Bass
-Mattia Jay Giambini :: Drums;

 

Genere:
Progressive Metal / Alternative

 

Durata:
37' 20"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
18.12.2014

 

Etichetta:
Sliptrick Records
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Ecco un’altra dimostrazione che il Metal etichettato Made in Italy è all’altezza del Made in USA o del Made in EU. Assolutamente travolgenti con questo album di esordio, i Milanesi Anger at Dust ci offrono uno spettacolo di incredibile tecnicismo in chiave Metal Alternative Progressive e con venature Death che lascia veramente il segno o meglio…il marchio! Sin dall’opening “Got no Heart” si entra immediatamente in confidenza con questo affiatato quintetto che offre dei riff taglienti come rasoi ed una abilità incredibile di variazioni ritmiche quasi a livello magistrale. In alcuni brani è addirittura possibile percepire delle sonorità incredibili anche in considerazione del fatto che una delle caratteristiche di questa band è quella di passare da sonorità progressive colme di un rilevante tecnicismo a sonorità acustiche e/o di carattere ambient della durata di pochi istanti che fanno irruzione nel brano come a far riprendere fiato all’ascoltatore e poi ricondurlo di nuovo al centro dello stesso; è il caso di “Fade”, un brano veramente incredibile che a tratti sembra ricordare addirittura i Meshuggah. “Scared and Lonely” colmo anche di guitar solo veramente superlativi oltre che di un ritornello cantato molto orecchiabile dove i riff e la ritmica formano una congiunzione assolutamente incredibile; la parte finale del brano regala un una conclusione assolutamente calma con due accordi suonati in acustico con un solo entusiasmante. Le cose, o meglio le note procedono sempre con assoluto sincronismo anche con la successiva “Oblivion” il cui inizio mi fa venire in mente, proprio per lo stile adottato, una Thrash Progressive band canadese formatasi fine anni ’80 gli Obliveon per l’appunto, dove ancora una volta emerge l’assoluta preparazione del quinquetto milanese che ci sorprende con l’inserimento di una sorta di Jazz fusion all’interno del brano. Si cambia genere musicale con l’intermezzo strumentale ambient “Beyon Serenity” per un attimo di relax quasi tribale e ritornare sui precedenti passi con la martellante “Drowing” in cui partecipa in guest Ralph Salati dei Destrage per eseguire un guitar solo e dove ancora una volta si rimane sorpresi dell’inventiva ed estro di questa band. I restanti brani sono sempre assolutamente sorprendenti come il caso di “Fuck” dove si esegue un guitar solo da manuale e “Coward”, sempre nell’eleganza del progressive, dove viene realizzato per alcuni istanti, un jazz tipo anni ’20 incredibile. Un disco suonato con convinzione, tecnicismo ed assoluta padronanza di stile, non averlo è un vero peccato.

Track by Track
  1. Got no Heart 85
  2. Fade 80
  3. Scared and Lonely 85
  4. Oblivion 90
  5. Beyond Serenity 80
  6. Drowing 90
  7. Distant Memories 80
  8. The Harsh Truth 70
  9. Fuck 85
  10. Coward 85
  11. Eaten Up 75
  12. 1987 80
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 75
  • Originalità: 90
  • Tecnica: 95
Giudizio Finale
83

 

Recensione di Wolverine pubblicata il 19.04.2015. Articolo letto 1305 volte.

 

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